(ANSA) - ROMA, 25 NOV - L'Intelligenza artificiale può essere
abile nell'imitare la creatività umana, al punto da ingannare
persino gli appassionati di poesia. Lo rivela uno studio
condotto da un team di ricercatori dell'Università di
Pittsburgh.
Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific
Report, le persone non sono state in grado di distinguere in
modo affidabile tra le poesie umane e quelle artificiali,
mostrando in alcuni casi preferenze per i lavori realizzati
dall'IA. Stando ai ricercatori, ChatGpt ha saputo generare testi
sia semplici sia accessibili, più facili da comprendere rispetto
ai grandi poeti. I partecipanti, convinti di preferire la poesia
umana, avrebbero interpretato la facilità di comprensione del
testo come un segno della loro autenticità, piuttosto che una
"tecnica" dell'IA.
Lo studio ha inoltre evidenziato una correlazione negativa
tra la fiducia dei partecipanti nelle proprie risposte e
l'accuratezza delle stesse, suggerendo che l'eccessiva sicurezza
può portare ad errori di valutazione. Un esperimento parallelo,
condotto su un gruppo diverso di partecipanti, si è concentrato
invece sul livello di apprezzamento delle poesie. "Le
valutazioni della qualità complessiva delle poesie sono più
basse quando alle persone viene detto che l'opera è generata
dall'intelligenza artificiale", si legge su Scientific Report.
Coloro a cui era stato detto che le poesie erano generate
dall'IA, hanno infatti dato a quest'ultime valutazioni inferiori
rispetto ai volontari convinti che il lavoro fosse frutto
dell'ingegno dell'uomo. (ANSA).
IA o Shakespeare? Le poesie di ChatGpt ingannano i lettori
Studio mette in luce le abilità creative degli algoritmi