(di Antonella Brianda)
(ANSA) - TEMPIO PAUSANIA, 29 NOV - Spesso i miti si basano su
un fondo di verità e in parte sulle credenze popolari che nel
corso degli anni gli uomini hanno unito a quell'unica cosa
certa, trasformandoli a volte in qualcosa di molto più
grandioso. È il caso questo della "Casa di Nino di Gallura",
importante testimonianza dell'architettura medioevale a Tempio
Pausania e da sempre raccontata come la dimora degli anni finali
della vita dell'ultimo giudice di Gallura.
Quanto leggenda e quanta verità ci sia, non è dato saperlo, o
forse non si vuol davvero esserne a conoscenza. Perché a Tempio
quel palazzetto basso con due caratteristiche finestre ad arco,
e un piccolo portoncino, incastonate in una facciata costruita
con pietre da taglio, ora perfettamente inglobato nei recenti
palazzi circostanti, è e sarà per sempre la dimora di Ugolino
Visconti, noto Nino, giudice del Giudicato di Gallura nella metà
del XIII secolo. Nato circa nel 1265, Nino appartenne ad una
potente famiglia, annoverata, secondo la tradizione, tra le
sette grandi casate rimaste in Pisa dal seguito imperiale di
Ottone I. Il padre Giovanni, uno dei più turbolenti capi di
parte guelfa nella sua città, aveva sposato una figlia del conte
Ugolino della Gherardesca, e morendo nel 1275 trasmise al figlio
ancora fanciullo, per diritto ereditario, la signoria del
giudicato di Gallura.
È il giudice Nin gentil, con il quale nella valletta dei
principi nell'ottavo canto del Purgatori della Divina Commedia,
Dante Alighieri ha un affettuoso colloquio, unica ma sicura
testimonianza di rapporti di amicizia che in vita lo legarono a
lui: "Giudice Nin gentil, quanto mi piacque quandi ti vidi non
esser tra i rei" […] "Non le farà si bella sipoltura la vipera,
che i Milanesi accampa come avria fatto il Gallo di Gallura"
(vv. 52-55). La sua morte va collocata negli ultimissimi anni
del XIII secolo.
Anche se le fonti non dicono con chiarezza che Ugolino
Visconti abbia soggiornato a Tempio, la convinzione che questa
piccola costruzione nel cuore della cittadina dell'Alta Gallura
sia stata un'antica residenza o una semplice proprietà - tra le
tante - del giudice, è talmente radicata che mai in città si
potrebbe affermare il contrario. Si verrebbe certamente accusati
di eresia dai tempiesi che al loro Nino sono legati.
Chi tra tutti è più legato all'ultimo giudice di Gallura, è
Michele Tamponi con la sua compianta moglie Felicita. Noto
avvocato cassazionista, professore universitario della Luiss,
insignito quest'anno del prestigioso riconoscimento di
Accademico dei Lincei, Tamponi e la moglie hanno acquistato ciò
che restava della casa di Nino Visconti e l'hanno restaurata
sotto la guida attenta della Soprintendenza di Sassari, per
riaprirla alla città. "Il legame con le radici. È questo il
motivo che ci spinse a vendere una proprietà al mare per
acquistare quello che era un rudere. È sono sempre le radici, le
mie origini tempiesi, ad avermi fatto appassionare alla storia
di Nino Visconti", racconta all'ANSA Tamponi, che per
l'occasione ha aperto il portone della casa e fatto da guida, -
come Virgilio fece con Dante - all'interno dello storico
edificio.
Un racconto, quello di Tamponi, che torna indietro fino al
Medioevo, all'epoca dei Giudicati e dei giudici in Sardegna e
rappresenta un momento fondamentale della storia dell'Isola. La
casa di Nino a Tempio, nonostante per anni sia stata abbandonata
e a tratti dimenticata, ha resistito al trascorre di centinaia
d'anni, e anche se forse l'ultimo giudice di Gallura non vi mise
mai piede, la sua storia continuerà, grazie alla famiglia
Tamponi, ad essere sempre più viva. (ANSA).
La casa del giudice amico di Dante tra mito e realtà
A Tempio ultima dimora di Ugolino Visconti?Galluresi ci credono