Cultura

Han Kang, 'l'amore come filo conduttore della mia vita'

L'autrice tiene la sua lezione a Stoccolma per il Premio Nobel

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 08 DIC - "Lo scorso gennaio, mentre sistemavo il mio magazzino in vista di un imminente trasloco, mi sono imbattuto in una vecchia scatola da scarpe. L'ho aperta e ho trovato diversi diari risalenti alla mia infanzia. Tra la pila di diari, c'era un opuscolo, con le parole "Un libro di poesie" scritte a matita sul davanti". Sono le parole con cui la scrittrice sudcoreana Han Kang ha aperto ieri sua lezione all'Accademia svedese di Stoccolma, dopo aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura. "I versi scritti da me, quando avevo otto anni, erano innocenti e grezzi, ma una poesia scritta nell'aprile del 1979 catturò la mia attenzione - ha raccontato l'autrice -. Si apriva con le seguenti strofe: Dov'è l'amore? È dentro il mio petto che batte forte e tonfa. Che cos'è l'amore? È il filo d'oro che collega i nostri cuori". Allora - ha proseguito - "mi chiedevo: Dov'è l'amore? Che cos'è l'amore? Mentre fino all'autunno del 2021, quando è stato pubblicato 'Non dire addio', avevo considerato questi due problemi come quelli centrali per me: Perché il mondo è così violento e doloroso? E tuttavia come può il mondo essere così bello?".
    "Per molto tempo ho creduto che la tensione e la lotta interiore tra queste frasi fossero la forza trainante della mia scrittura- ha sottolineato la scrittrice -. Dal mio primo romanzo al più recente, le domande che avevo tenuto a mente continuavano a cambiare e a dispiegarsi, eppure queste erano le uniche due che rimanevano costanti. Ma due o tre anni fa ho iniziato ad avere dei dubbi. Dal mio primo romanzo all'ultimo, lo strato più profondo delle mie indagini non era sempre stato rivolto all'amore? Potrebbe essere che l'amore fosse in realtà il filo conduttore più antico e fondamentale della mia vita? L'amore si trova in un luogo privato chiamato "il mio cuore", scrisse la bambina nell'aprile del 1979. E per quanto riguarda cosa fosse l'amore, questa fu la sua risposta: è il filo d'oro che collega i nostri cuori".
    "Quando scrivo, uso il mio corpo - ha detto ancora -. Uso tutti i dettagli sensoriali della vista, dell'ascolto, dell'olfatto, del gusto, dell'esperienza di tenerezza e calore, freddo e dolore. Cerco di infondere quelle vivide sensazioni che provo come essere mortale. Come se stessi inviando una corrente elettrica. E quando sento questa corrente che viene trasmessa al lettore, sono stupita e commossa. In questi momenti sperimento di nuovo il filo del linguaggio che ci collega, come le mie domande si relazionano con i lettori attraverso quella scossa elettrica e vivente. Vorrei esprimere la mia più profonda gratitudine a tutti coloro che si sono collegati con me attraverso quel filo, così come a tutti coloro che potrebbero arrivare a farlo". (ANSA).
   

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