Cultura

Rondoni, da Premio Flaiano mi sono dimesso non allontanato

Poeta lo ribadisce in occasione del Bando della nuova edizione

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 09 GEN - "Vedo che nel lancio del Bando della nuova edizione del Premio Flaiano si parla, con la notoria eleganza dei suoi gestori, di un mio 'allontanamento' dalla giuria. In realtà nessuno mi ha 'allontanato', tipo lebbroso, ma, avendo io la lebbra della libertà e della dignità, mi sono dimesso in dissenso con una gestione che ha ridicolizzato la giuria e il premio della scorsa edizione, sia imponendo all'ultimo un 'premio speciale' di poesia di cui una buona parte della giuria non era a conoscenza, sia per i modi provinciali con cui la cosa è stata gestita". Lo dice il poeta Davide Rondoni che a giugno 2024 aveva rassegnato le dimissioni dalla giuria del Flaiano poesia. "Poi, estrema finezza, ecco la mancata consegna del premio in denaro promesso alla suddetta premiata speciale, Silvia Bré. Per me la poesia e le giurie di poesia dovrebbero essere invece una cosa seria" sottolinea Rondoni. "Mi sono allontanato, e in fretta. E ne sono contento. Altri faranno quel che vogliono secondo la loro coscienza. A tale dimissione han fatto seguito le minacce di querele della presidente nei miei confronti (querela mai arrivata, chissà come mai) e la minaccia a non presentarmi neanche alla premiazione ('la security è avvertita', forse la libertà e la dignità fanno paura più dei terroristi da quelle parti, verrebbe da pensare sorridendo alla Flaiano). So inoltre che lettere e testi dei giurati ai responsabili del Premio che stigmatizzavano l'accaduto non sono mai stati resi pubblici dalla Organizzazione del Premio. Chissà come mai" afferma Rondoni. "Si sa - continua - che nel mondo e nelle giurie dei premi ci sono Uomini ominicchi e quaquaraqua. Ed è uno dei motivi per cui purtroppo i più giovani spesso guardano alla poesia come una cosa da vecchie babbione vanitose e da salotto. A me non interessano tali piccole querelle provinciali. Ma la verità sì. Non 'allontanato', cari piccoli manovratori del nome Flaiano, lui che le parole le sapeva usare, ma dimesso. E con convinzione rinnovata" conclude il poeta. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it