Cultura

De Michelis, rincorrere i propri sogni, con consapevolezza

La montagna nel lago, tanti e intelligenti piani di lettura

De Michelis, rincorrere i propri sogni, con consapevolezza

Redazione Ansa

(di Francesco De Filippo) (ANSA) - TRIESTE, 24 GEN - JACOPO DE MICHELIS 'LA MONTAGNA NEL LAGO' (Giunti; pp.576; euro 19) Non si deve aver paura dei propri sogni. Bisogna però aver chiara consapevolezza di cosa si è disposti a sacrificare per tentare di realizzarli. Pietro Rota e i suoi due amici di adolescenza Cristian Bonetti e Elisabetta Previtali lo sanno bene; il primo lasciò all'improvviso Montisola per tentare fortuna a Milano; gli altri sono rimasti.
    Ciascuno ha pagato e continua a pagare il suo prezzo.
    Involontariamente si troveranno a fare i conti quando Pietro dopo 12 anni, il 3 settembre 1992, tornerà sull'isola nel lago d'Iseo per scagionare il padre, Nevio, pescatore e uomo ruvido ma non cattivo, da una accusa di omicidio. Avrebbe ucciso Emilio Ercoli, ex amico, lo spregiudicato uomo più ricco dell' isola.
    Per salvarlo, deve trovare il colpevole.
    Cocainomane e giocatore, Pietro se la cava male a Milano e il sogno di fare il giornalista si è ridimensionato in una collaborazione precaria con una morbosa rivistaccia scandal, Shock. Montisola è rimasta identica a se stessa e lui si muove come se fosse partito il giorno prima, ritrovando lo spirito del ragazzo che era e riannodando sentimenti e trepidazioni del tempo. Nel ribollire di emozioni indaga battendo una pista dietro l'altra, avvicinandosi sempre un pochino di più alla soluzione del caso ma senza riuscire ad afferrarla per consegnarla al commissario Edmondo Cortinovis che da sbirro pigro ma acuto lascia che sia il giovane a fare il lavoro per lui. Ogni indagine, tuttavia, gli fa scoprire l'insospettabile lato oscuro quando di un conoscente quando di un amico, fino a convincersi che "non si è mai abbastanza consapevoli di quanto poco si conoscano gli altri, inclusi coloro a cui ci si sente più legati". Una riflessione che lo addolora ma non lo avvilisce, pronto a indagare subito in un' altra direzione.
    Romanzo lungo ma denso, seguendo un'ennesima, nuova pista, Pietro scopre una vicenda reale e lugubre: negli instabili anni della Repubblica di Salò, sull'isola, al sicuro e lontano da occhi indiscreti, soggiornarono alcuni gerarchi della X Mas con le relative famiglie. Compreso il comandante Valerio Borghese il principe nero.
    De Michelis se sfronda da questi esponenti il mito del 'bel morire' in battaglia e lo spuntato armamentario dell'eroe epico, mettendone a nudo piccolezze, vigliaccherie, sopraffazioni, sadismo perfino, ne riconosce con onestà anche l'arditezza, i progetti temerari se non incoscienti. Non esagera con la fantasia: armonizza qualche protagonista inventato con la cinetica della Storia, quel tanto che basta per dipanare la sua di storia.
    A dispetto di una copertina da giallone di consumo con tanto di caratteri a rilievo e il sinistro simbolo della Decima (un teschio con una rosa nel taglio della bocca), il libro pone molti interrogativi, e ad essi tutti risponde con puntualità e intelligenza. Tanti temi e tanti spunti che come fili si incrociano, si annodano, si intersecano e si sovrappongono fino a tendersi in un tessuto coerente e intrigante. (ANSA).
   

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