(di Marzia Apice)
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - JENNIFER TAMAS, SI PUO' ANCORA ESSERE
GALANTI? (Marietti1820, pp.72, 8.
Il suggerimento è quello di tornare ad analizzare le origini
della galanteria, quando le donne attraverso questa pratica
sociale diventano finalmente "interlocutrici" degli uomini,
soggetti pensanti in grado di proporre degli scambi paritari e
di scardinare l'ordine patriarcale costruendo una comunità
emotiva nuova: "Anziché subire la legge prima del padre e poi
del marito, le donne sfidano il silenzio imposto loro dalla
morale e dal galateo, trovando nella conversazione uno spazio di
libertà inedito". Dunque è sbagliato, o quanto meno
semplificatorio, considerare la galanteria come un ulteriore
strumento di dominazione nelle mani degli uomini, e usare contro
le donne quelle "armi che hanno favorito una forma di
emancipazione" come lo è stata appunto la retorica galante. La
questione non è chiedersi se sia ancora possibile recuperare la
galanteria (e con essa la dolcezza, la tenerezza, la
raffinatezza, la conversazione come possibilità di
emancipazione) o se sia retrograda, ma proporre un confronto
dialettico per progredire, alla luce delle sfide contemporanee,
trovando "i modi di piacersi e rispettarsi ora che abbiamo
acquisito nuove libertà di amare", nuovi costumi e diritti
acquisiti. La galanteria può aiutare a decostruire stereotipi,
cambiare i rapporti di dominazione e rappresentare una possibile
chiave per una nuova forma di civiltà relazionale: "Affinché
possa nascere una nuova civiltà e cessino i falsi dibattiti si
devono ripensare il regime di sguardi, il piacere nella
conversazione e le opinioni informate - afferma Tamas - Veri
antidoti contro l'ostilità dei social network, la
disinformazione e la polarizzazione, essi potrebbero alimentare
una curiosità per l'altro e ricostituire i legami umani nella
loro complessità". (ANSA).
Jennifer Tamas, Si può ancora essere galanti?
Come riequilibrare le dinamiche di potere tra uomini e donne