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'Il lavoro di oggi, la pensione di domani' di Pasquale Tridico

Il testo del presidente dell'Inps è pubblicato da Solferino

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 25 FEB - La riforma del sistema pensionistico dovrà affrontare un "problema strutturale", quello, cioè, della "differenziazione delle età di pensionamento, in base al lavoro che si svolge", perché, "come confermato dai dati, i poveri muoiono prima dei ricchi". E, nel frattempo, l'Inps che, all'indomani dello 'tsunami' Covid, nel 2020, ha erogato 60 miliardi di aiuti e prestazioni (mentre 42 milioni tra cittadini e imprese continuavano a percepire i trattamenti 'ordinari'), sconta il 'peso' di un "vecchio welfare ha scaricato i costi di una società in declino demografico sui giovani", mentre bisognerà "riequilibrare la situazione". È lo scenario delineato nel libro di Pasquale Tridico "Il lavoro di oggi, la pensione di domani. Perché il futuro del Paese passa dall'Inps", scritto con Enrico Marro per Solferino editore, e uscito ieri, 24 febbraio; l'autore, che presiede l'Istituto di previdenza pubblico dal 22 maggio del 2019, esaminando - cifre alla mano - tanto gli effetti delle 'baby pensioni' (uno degli "errori" del Legislatore, "di cui ancora paghiamo il prezzo"), quanto iniziative come Quota 103 ed il Reddito di cittadinanza, tiene a sottolineare come ogni intervento sulle pensioni debba essere pensato nei suoi effetti di lungo tempo, pena i danni del passato sui conti pubblici e le sperequazioni tra le categorie.
    Difatti, si legge nel testo, "mentre chi ha cominciato a lavorare prima del 1996 (con sistema di calcolo del trattamento retributivo e misto retributivo-contributivo) ha diritto a un'integrazione dell'assegno fino al raggiungimento della pensione minima (572 euro al mese nel 2023), chi sta interamente nel contributivo riceverà soltanto l'importo maturato sulla base dei versamenti fatti durante l'intera vita lavorativa". E, "dopo il 1995, se uno ha fatto molto precariato e ha ricevuto retribuzioni basse, rischia di avere una pensione da fame", ma - scandisce Tridico - in "una società solidale come la nostra, non possiamo permetterci di avere individui con pensioni al di sotto della soglia di sopravvivenza".
    Da qui l'esigenza, a giudizio della guida dell'Inps, di un 'restyling' del welfare, che nel futuro dovrà "preoccuparsi di promuovere la natalità, la formazione permanente e il collocamento al lavoro, perché si cambierà occupazione sempre più spesso", mentre occorrerà "poggiare il sistema pensionistico anche su una base di finanziamento fiscale", nonché "promuovere l'invecchiamento attivo. E riequilibrare - chiosa - la spesa a favore dei giovani". (ANSA).
   

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