JACK HALBERSTAM, TRANS* (ODOYA, PP. 224, EURO 16).
Halberstam spiega che un secolo fa, quando il ricercatore medico britannico Michael Dillon, nato Laura, si sottopose a una doppia mastectomia fu probabilmente il primo intervento di questo tipo della storia: all'epoca i chirurghi plastici erano una rarità. Oggi, invece le cose sono più facili e 'alcune persone transgender possono ottenere la copertura parziale o anche totale dei loro interventi tramite un'assicurazione medica'. L'autore racconta di quando era giovane e si chiamava ancora Judith e lo scambiavano sempre per un ragazzo, i suoi genitori lo costringevano a portare i capelli lunghi e a indossare abiti femminili e gli è stato insegnato come doveva sedersi e camminare. Halberstam in queste pagine volge lo sguardo ai secoli passati e sottolinea che il desiderio di cambiare sesso ha una storia molto lunga; per esempio: il diplomatico, soldato, e spia francese Chevalier d'Éon vissuto tra il Settecento e l'Ottocento, fu prima uomo e poi donna; la spagnola Catalina de Erauso nata nel 1592 e nota con l'appellativo di 'suora tenente', una vita avventurosa iniziata in un convento dal quale fuggì per salpare per le Americhe; Juana Aguilar 'un'ermafrodita che, accusata di "atti contro natura" con donne nel 1803, in Guatemala, fu sottoposta a molteplici esami medici per stabilire se fosse maschio, femmina, entrambi o nessuno dei due'.
Halberstam considera il corpo una 'casa' inteso come 'progetto architettonico fluido'.
Il corpo come qualcosa in carne e ossa da costruire, 'i corpi trans* rappresentano l'arte del divenire, la necessità di immaginare e l'ostinazione carnale della transitività'.
Halberstam si sofferma infine sull'uso dei pronomi e confessa: 'non ho fatto una transizione formale, e certamente ci sono molte differenze tra il mio genere e quello degli uomini transgender sotto ormoni. L'andirivieni tra il lui e il lei rappresenta meglio, in un certo senso, la forma che ha assunto il mio genere a oggi. Non che io sia tutto il tempo una "lei" inequivocabile, ma non sono nemmeno così spesso un "lui" inequivocabile. Penso che i miei pronomi di genere fluttuanti catturino bene quel rifiuto di risolvere la mia ambiguità di genere, che è a sua volta diventata per me una sorta di identità'. Conclude: 'se ti stai chiedendo quale sia il mio pronome e vorresti avere una risposta che ti tolga dall'imbarazzo una volta per tutte, non posso aiutarti'. Il libro contiene una serie di consigli cinematografici, film che raccontano storie di persone trans*, tra cui 'Tomboy' (2011) di Céline Sciamma, 'Boys Don't Cry' (1999) di Kim Peirce, 'By Hook or by Crook' (2001) di Dodge e Howard. Halberstam è noto in Italia anche per il saggio 'L'arte queer del fallimento' (Minimum Fax 2022). (ANSA).
Trans*, saggio sulla variabilità di genere
Libro di Halberstam per giornata della visibilità transgender