"A volte noi giornalisti parliamo una lingua un po' di plastica, un po' artefatta, e invece parlare la lingua delle persone, una lingua semplice e comprensibile penso sia la prima cosa importante da fare". A dirlo è Francesco Costa, vincitore della sessantesima edizione del Premio Estense, manifestazione promossa da Confindustria Emilia che dal 1965 premia l'eccellenza del giornalismo italiano. Il giornalista oggi a Ferrara ha ricevuto l'Aquila d'Oro per "Frontiera", il suo ultimo libro edito da Mondadori.
"I libri giornalistici - ha detto - hanno un grande valore nella comprensione del mondo anche perché hanno un passo diverso dai quotidiani e dal web". Alle 14 la giuria tecnica e la giuria popolare si sono riunite a Palazzo Roverella di Ferrara per scegliere tra i quattro finalisti il libro vincitore. Alla quarta votazione è stato "Frontiera" di Costa a mettere d'accordo i presenti. Al termine delle votazioni e dopo le interviste di rito ci si è spostati al Teatro Comunale Abbado per la cerimonia finale condotta da Cesara Buonamici. Nel corso della serata è stata consegnata anche la Colubrina d'Argento ad Antonio Caprarica, proclamato vincitore del 40/o 'Riconoscimento Gianni Granzotto. Uno stile nell'informazione'.
Francesco Costa, che è vicedirettore del Post e che attraverso video, podcast e newsletter raggiunge una platea di migliaia di persone, ha rivendicato più di una volta l'importanza dei libri e del ruolo che hanno nell'informazione. "La tecnologia ci dà un sacco di armi per parlare alle persone ma il libro è ancora imbattibile. È l'unico spazio che permetta senza distrazioni di immergersi in un racconto lungo e dare anche poi il tempo di assorbire quello che contiene". Poi tornando a "Frontiera" ha spiegato: "Questo libro nasce dal tentativo di cercare di raccontare come pensa un popolo che pensiamo di conoscere molto bene e da cui siamo diversissimi. Qui dentro ho messo tutto quello che ho capito degli americani da quando mi occupo di loro". Subito dopo la vittoria il pensiero è andato all'editore del libro, ai colleghi del Post e alla moglie Silvia. "La fatica che sta dietro un libro non è mai racchiusa solo nel nome della persona che sta sulla copertina e mia moglie Silvia si merita questo premio quanto me".
In finale, oltre a Costa, anche Luca Fregona con "Laggiù dove si muore. Il Vietnam dei giovani italiani con la Legione straniera" (Athesia-Tappeiner), Nello Scavo con "Le mani sulla guardia costiera" (Chiarelettere) e Barbara Stefanelli con "Love harder" (Solferino). La giuria tecnica del Premio, presieduta da Alberto Faustini, è composta da Giorgia Cardinaletti, Luigi Contu, Paolo Garimberti, Jas Gawronski, Cristiano Meoni, Agnese Pini, Venanzio Postiglione, Alessandra Sardoni, Fabio Tamburini e Luciano Tancredi.
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