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Commodo, l'imperatore gladiatore con clava e pelle di leone

In un libro la vita del figlio di Marco Aurelio

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 09 OTT - LIVIO ZERBINI, COMMODO (SALERNO EDITRICE, PP. 224, EURO 20) Lusso, vizi, nefandezze di ogni sorta, 'goloso e impudico', di Commodo così parla la storiografia antica. La vita dell'imperatore, appena diciannovenne quando salì al trono, ha il sapore di un romanzo pulp, con scene da Grand Guignol. Nella Storia Augusta si dice che "fece squarciare a mezzo la pancia a un grassone, perché ne uscissero fuori in un momento tutte le budella" e che "si fece servire su di un vassoio d'argento due gobbi contorti dopo averli fatti cospargere di senape". Amante dei piaceri, sempre immerso "in voluttuose mollezze", appassionato di giochi gladiatori, "organizzò pubblici spettacoli, impegnandosi a uccidere tutte le fiere di sua mano", tramanda Erodiano.
    Il principato di Commodo terminò il 31 dicembre del 192 d.C: "una congiura ordita dalla sua concubina preferita Marcia, dal suo cubiculario Ecletto e dal prefetto del pretorio Quinto Emilio Leto segnò la fine dell'imperatore, che venne strangolato dall'atleta Narcisso. Subito dopo il senato lo dichiarò nemico pubblico e ne decretò la damnatio memoriae", racconta Livio Zerbini, docente di Storia romana all'Università di Ferrara, in questo saggio uscito per Salerno Editrice.
    Il testo traccia un ritratto completo dell'imperatore figlio di Marco Aurelio. Il libro, spiega l'autore, nasce perché "su Commodo, l'ultimo imperatore della dinastia degli Antonini, vi sono poche biografie" e quindi l'intento è quello "di colmare un vuoto". Commodo non era tanto "debole di carattere e indolente come gli autori antichi tendono a rappresentarlo".
    Attratto dai culti orientali, Commodo "ebbe sin dagli anni dell'adolescenza una particolare predilezione per Ercole, che simboleggiava la forza brutale, armato, secondo la tradizionale iconografia greca e romana, della clava e protetto dalla pelle del leone di Nemea, che lo rendeva invincibile". Infatti il giovane imperatore è così rappresentato nel celebre busto conservato ai Musei Capitolini. (ANSA).
   

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