AA.VV., IL CLIMA CHE VOGLIAMO (IL BO LIVE, PP. 271, EURO 21)
"Abbiamo un problema climatico, anche nel nostro cervello. Sta arrivando la tempesta perfetta, non solo in atmosfera, anche dentro le teste di questo mammifero di grossa taglia sedicente sapiens, nato in Africa 300 millenni fa ed esperto nel cambiare il mondo che lo circonda, salvo poi accorgersi, magari troppo tardi, di doversi autolesionisticamente adattare agli stravolgimenti che ha introdotto", si legge nell'introduzione de "Il clima che vogliamo", raccolta di saggi che hanno avuto origine dagli approfondimenti giornalistici nati nella redazione de Il Bo Live, web magazine dell'Università di Padova.
Sono testi scritti "per la gran parte da giovani 'nativi climatici', che sentono l'indignazione e l'urgenza di un racconto con parole nuove. Ci invitano ad allargare e a far esplodere il 'noi' tribale, fino a includere l'intera specie umana e la biosfera", spiega nel libro Telmo Pievani, docente di Filosofia delle scienze biologiche che conclude: "Capiamo da questi saggi che la crisi climatica è in ultima istanza una questione di altruismo e di rispetto verso chi verrà dopo di noi. La specie umana non è indispensabile. La Terra fotografata da Nettuno occupa 0,12 pixel. Su questo puntino sperduto nel nulla continuiamo a dilaniarci come miopi predatori di un'aiuola".
Come si è arrivati alla crisi climatica? "I problemi sono noti ormai da troppo tempo: la crescente concentrazione di Co2 e altri gas climalteranti prodotti soprattutto dalla dipendenza dai combustibili fossili e l'impronta sempre più profonda dell'essere umano su habitat ed ecosistemi", è spiegato in un capitolo. "La transizione ecologica modificherà il mondo" e "i cambiamenti dovranno essere apportati dalle grandi multinazionali fino al singolo cittadino. Queste scelte ricadranno su tutti noi, e lo faranno modificando le nostre abitudini, i nostri mezzi di spostamento e probabilmente anche la nostra dieta", scrive Antonio Massariolo, uno degli autori del volume.
Nel libro si parla anche dei Girasoli di Van Gogh: il 14 ottobre 2022 due attiviste di Just Stop Oil lanciarono contro il dipinto zuppa di pomodoro. "Il quadro di Van Gogh imbrattato vi avrà, come minimo, fatto correre un brivido lungo la schiena", scrive Francesco Suman che aggiunge: "Probabilmente, invece, vi sarete già dimenticati il nome della scimmia del Madagascar che è a rischio estinzione" e prosegue: "Ci indigniamo per una minaccia al nostro patrimonio artistico, ma non facciamo altrettanto per difendere il nostro patrimonio ambientale e di biodiversità. Restiamo passivi dinanzi all'estinzione di una specie, come del resto ci lasciano generalmente indifferenti la fame e la povertà di altri esseri umani la cui matrice, oggi, è la stessa: la crisi di un sistema energetico che è concausa della crisi ambientale".
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