Imparare la storia come "un territorio straniero da esplorare". È l'invito di Antonio Brusa, professore di Didattica della storia e fondatore dell'associazione 'Historia Ludens'. Intervenuto all'Apulia Digital Experience, la tre giorni di conferenze sull'innovazione digitale nelle industrie creative al via in questi giorni a Bari, ha spiegato all'ANSA che "quella di un professore che ti spiega un testo già presupponendo che tu non lo conosca è un'operazione balorda, un meccanismo innaturale nella vita, che ha una vitalità solo all'interno della scuola e per ragioni interne di valutazione. Credo sia ovvio che la maggior parte dei ragazzi lo rifiuti".
Per lui, la soluzione sta nel trasformare l'apprendimento in un momento di gioia, che sia attraverso giochi di ruolo, da tavolo, o digitali. "Il panorama dei videogiochi sulla storia però è limitatissimo, soprattutto in Italia - chiarisce - anche perché abbiamo professori che hanno due ore la settimana in ogni classe, in alcuni casi tremendi un'ora, ma un videogioco non durerà mai un'ora". Ci sono però anche esperienze virtuose. "Ad esempio, Assassin's Creed ha delle ricostruzioni così perfette che viene usato normalmente in storia - spiega Brusa - c'è un prodotto che si chiama Discovery Tour" in cui si può andare alla scoperta del mondo senza incappare in scontri o altre limitazioni.
Quanto agli spazi più comuni di apprendimento, come può essere un cineforum, quello che spesso manca è lo spazio di "debriefing", che è sempre necessario e non può limitarsi al compito a casa. Un momento "che ti aiuta a uscire dalla bolla ludica portando con te delle cose interessanti - conclude l'esperto di didattica - ed è una cosa che va studiata, perché come occorre ricerca per fare un buon gioco, la stessa serve per fare un buon debriefing".
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