Emanuele Aldrovandi con "Il nostro grande niente", Einaudi Stile Libero Big, è il vincitore della settima edizione del premio opera prima Severino Cesari. La cerimonia di premiazione degli esordienti finalisti si è tenuta a Perugia nella giornata di chiusura di Umbrialibri 2024.
Il pubblico ha avuto così la possibilità di addentrarsi nelle atmosfere delle vicende narrate nei romanzi premiati, anche grazie alle letture di Irma Ciaramella, affermata attrice e regista. In un videomessaggio Giacomo Papi, membro della giuria e direttore del Laboratorio della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori di Milano, ha annunciato l'acquisizione da parte della Fondazione dell'Archivio Severino Cesari, già dichiarato nel dicembre del 2023 di "interesse storico particolarmente importante" con decreto della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio. Il "Severino Cesari" premia ogni anno le opere edite di esordienti e l'ottava edizione si avvierà a marzo 2025 con la pubblicazione del bando. Queste le motivazioni dei premi, a partire dalla terza classificata Roberta Recchia, che ha scritto un romanzo ambientato nella Roma degli anni Cinquanta e Ottanta: 'Tutta la vita che resta' parla di amore e di dolore con un ritmo incalzante, in cui si incrociano il thriller, il rosa e il romanzo di formazione, un mix che lo fa leggere tutto d'un fiato. Il secondo classificato, Emanuele Galesi, dimostra di credere in via assoluta al potere "curativo" della letteratura: non c'è salvezza, forse, ma c'è l'elaborazione di sofferenze esistenziali che non possono essere altrimenti espresse e condivise. "Sei tu il figlio" narra una vicenda ispirata da una storia vera, una sorta di autobiografia mascherata e combinata sapientemente con elementi di fiction. Infine, il vincitore Emanuele Aldrovandi ci restituisce un romanzo di parole scolpite che racconta con pudore e senso di sfida una storia d'amore: il protagonista osserva lo scorrere della vita della fidanzata da una distanza incolmabile, quella della propria morte. "Il nostro grande niente" scava nel dubbio fino a incontrare la falda feroce e prorompente della disillusione, ma lo fa con 'leggerezza' e con la maestria di chi sa rappresentare la vita (e oltre), essendo l'autore stesso un drammaturgo, sceneggiatore e regista.