William Shakespeare scrisse "Re Lear", "Macbeth" e "Antonio e Cleopatra" durante la peste del 1606. Isaac Newton scoprì le leggi della gravita' mentre si trovava in auto-quarantena durante un'altra grande pestilenza del XVII secolo, l'epidemia del 1665.
Davanti a un'emergenza epocale come quella che non solo l'Italia sta attraversando in questi giorni, la necessità dell'isolamento forzato per alcuni significa la perdita di sicurezza e di risorse, ma per altri diventa opportunità di finire quello che non si era mai ultimato, fosse un maglione ai ferri o la coperta all'uncinetto, una sinfonia, un romanzo.
Vero è che né Donne, né Shakespeare, né Newton né Camus avevano Netflix per distrarsi o i continui fili Twitter e Facebook che alimentano ossessivamente le proprie paure, ma Shakespeare scrisse alcuni dei suoi migliori lavori durante una epidemia in cui "i teatri erano prevalentemente chiusi" e "si diceva che i lavori teatrali erano le cause della peste", ha scritto Daniel Pollack-Pelzner su "The Atlantic".
Per Newton gli anni 1665-1667, quelli della Great Plague di Londra che provocò decine di migliaia di morti soltanto nella capitale, furono quelli in cui "il suo genio fu liberato" e "il prezioso materiale che ne è risultato ha portato a una nuova comprensione del mondo", ha osservato il biografo Philip Steele.
Cambridge, dove lo scienziato insegnava, aveva chiuso le università per prevenire il contagio e Newton si ritirò nella sua casa di campagna a Woolsthorpe concentrandosi a studiare la rifrazione della luce e il calcolo differenziale e integrale. Fuori da quella casa c'era un albero di mele: quell'albero di mele. La storia della scoperta della gravità è probabilmente in buona parte apocrifa, ma l'assistente dello scienziato, John Conduitt, riferì che l'idea dell'attrazione gravitazionale venne a Newton mentre passeggiava in un giardino e colse la metafora della mela che cade a terra come illustrazione della teoria che stava elaborando. (ANSA).
Da Shakespeare a Camus, epidemia e creatività
Re Lear nell'anno della peste. Anche Newton scoprì la gravità