(di Maria Grazia Marilotti)
(ANSA) - CAGLIARI, 06 MAR - "Signore o signorino? A quanti
uomini è mai stata rivolta questa domanda? Se lo chiede Emanuela
Lai, attrice, nel pescare uno tra i "grandi classici" del
repertorio legato agli stereotipi di genere. E che dire degli
intramontabili "donne al volante, pericolo costante", "Chi dice
donna dice danno".
"L'origine della violenza sulle donne, degli stupri e dei
femminicidi, va ricercata nella dimensione strutturale e
simbolica dello squilibrio di potere fra uomini e donne che si
nutre di stereotipi e di un linguaggio fondato al maschile -
commenta con ANSA Patrizia Desole, presidente del Centro
antiviolenza di Olbia Prospettiva Donna - a partire dalle
declinazioni, dalle parole, dai modi di dire da mettere al
bando. Dalla A alla Z. Per restituire dignità e valore alle
donne". Si sente spesso dire che "chirurga" o "architetta"
suonino stonate ma è solo questione di abitudine. Mentre non ci
si abituerà mai a frasi come "Guidi bene per essere una donna",
"Resta al tuo posto se non vuoi guai". Frasi che non si
vorrebbero più sentire, tante da comporre un intero alfabeto
degli stereotipi.
Lo hanno ricostruito con le loro testimonianze le
studentesse Federica Turis, Alice Loche, Valeria Bonanomi,
insieme con Anna D'Hallewin animatrice di eventi per bambini,
Jolanda Mason, student coach e ingegnera, Emanuela Lai attrice,
Virginia Dal Cortivo, Business Development and Events Manager,
Ludovica D'Atri, interprete di lingua dei segni. Hanno dato il
loro contributo anche le operatrici del Centro antiviolenza
Donna Eleonora di Oristano, assieme ad alcune sopravvissute.
Donne di oggi che nella loro vita professionale riflettono
l'esigenza di un nuovo linguaggio, di un mondo da ripensare
appunto dalla A alla Z con un nuovo "Alfabeto delle ragazze". A
- come Amore "L'amava troppo. Non sopportava di perderla…..l' ha
uccisa". B - come "Beato chi le capisce le donne…" C - "Chi
dice donna dice danno" D - come "Donne e buoi dei paesi tuoi.
D - come "Donna al volante, pericolo costante" E- come "E'
stato un raptus, folle di gelosia l' ha strangolata". F - come
"Femminuccia, non piangere come una femminuccia. G - come
"Guidi bene per essere una donna".
H - come "Ha il ciclo, ecco perché è nervosa" . I - come
"Invisibili e dietro le quinte", dietro ogni grande uomo c'è
sempre una grande donna", L - come "La Pintus, la Rossi, la
Bianchi": per sminuire basta un articolo . M - come "moglie,
madre….e anche ingegnere". N - come "Non è un mestiere per
donne". O - come "O il lavoro o la famiglia" ma anche "o sei
bella o sei intelligente". P - come "Posso parlare con suo
marito?". Q - come "Questo non si addice ad una donna". R - come
"Resta a casa se non vuoi che ti succedano certe cose",
sottotitolo "Se l'è cercata". S - come "Signora o signorina?",
rivolto alle esponenti del "sesso debole" . T - come Titoli.
Alle donne si fa sempre lo sconto: non dottoresse, scienziate,
austronaute, ma Signora e Signorina e all'occorrenza mamma . U -
come "Uomo: essere una donna colta, competente, magari con doti
da leader, non basta: per farsi valere servono "gli attributi".
V- come "Vittime - mai più Vittime di Violenza". Z - come
"Zitella e dunque acida e infelice". (ANSA).
ANSA/ 8 marzo: l'Alfabeto delle ragazze per abbattere i muri
Tutte gli stereotipi da abolire dalla A alla Z