- Dodici aule dedicate ai professori che sotto il fascismo rinunciarono al loro lavoro pur di non servire il regime, altre dodici dedicate ad altrettante donne che hanno lasciato un segno nell'arte, nel pensiero, nelle professioni. Ma anche l'aula magna intitolata a Virginia Woolf, che qui finalmente potrà vantare "una stanza tutta per sé".
E quindi eccolo l'elenco dei 12 docenti che fecero il gran rifiuto accettando di perdere posto e stipendio per non tradire quello in cui credevano. Da Ernesto Buonaiuti titolare della cattedra di Storia del Cristianesimo a Vito Volterra che insegnava matematica e fisica, Montanari li snocciola tutti, uno per uno in ordine alfabetico. Da Mario Carrara (Antropologia criminale e medicina legale)a Gaetano De Sanctis (Storia antica) da Giorgio Errera (Chimica) a Giorgio Levi Della Vida (Lingue semitiche) fino a Fabio Luzzatto (diritto civile) Piero Martinetti (Filosofia) Bartolo Nigrisoli (chirurgia) Francesco Ruffini (diritto ecclesiastico) Edoardo Ruffini Avondo (Storia del diritto) Lionello Venturi (Storia dell'Arte). Tutti uomini, perché allora l'insegnamento universitario era appannaggio maschile. "Per questo quando ce ne siamo accorti abbiamo voluto dedicare altri 12 aule a 12 grandi donne intellettuali, antifasciste del Novecento, alcune celeberrime altre poco note, scrittrici , traduttrici, pubbliche funzionarie, filosofe". Sempre in ordine alfabetico, da Barbara Allason a Simone Weil, Fernanda Wittgens e, appunto, a Virginia Woolf, passando per Lavinia Mazzucchetti, Alba de Céspedes, Natalia Ginzburg, Amelia Pincherle Rosselli, Bruna Talluri, Ada Prospero Gobetti Marchesini, Maria Zambrano, Hannah Arendt.
Irruento, polemico, non nuovo certo all'impegno politico, il rettore Montanari ci tiene a precisare che la data in cui si terrà l'evento, a dieci giorni dalle elezioni, è "stata scelta mesi fa". E però è chiaro, ammette, che la concomitanza con le consultazioni politiche finisce col rendere in qualche modo ancora più significativo il messaggio che da Siena vuole fare arrivare all'intera comunità italiana: "I nomi di queste donne e di questi uomini scritti sui muri delle nostre aule ci ricorderanno che la coltivazione di un pensiero critico non disposto a tradimenti è l'unica ragione per cui esiste l'università". E non solo: "Le cinque aule dedicate a donne non italiane ci ricorderanno che qua insegniamo che l'umanità non si divide a frontiere guardate con bandiere e cannoni. E tutte e dodici ci imporranno di ricordare che la storia dei maschi è solo la metà della storia e non è la migliore". Mentre viste nel loro complesso, aggiunge, queste 24 vite prese ad esempio "si presentano come uno specchio altissimo in cui siamo invitati a rifletterci, per migliorarci ed elevarci giorno dopo giorno". Un richiamo all'oggi, alla fatica e alla nobiltà dello studio che arriva, sottolinea, anche dalla laurea che l'università specializzata nella linguistica offre alla traduttrice Fusini, una donna e una professionista, si accalora Montanari, che "rappresenta con rara pienezza l'essenza stessa dell'università, tenendo insieme lo studio e la capacità di parlare a tutti, popolare senza mai confondere la cultura con l'intrattenimento".
Anche a questo, dice, serve la memoria dell'antifascismo: "Nessuna nostalgia, niente di retorico, è piuttosto uno sforzo per recuperare le ragioni più profonde del nostro stare insieme.
E a chi spetta farlo se non alle università?" (ANSA).
Montanari "Donne e antifascisti, l'università deve dare modelli"
Il 15 intitolazione aule con Amato. Alla Woolf una stanza per sé