"Oggi si parla soltanto della guerra che abbiamo dietro la porta, ma penso che tutte le guerre e tutte le ingiustizie ci riguardano, anche se sono molto lontane da noi, perché si riflettono sulla nostra vita, sulla nostra economia. Tutto è importante e tutto ci riguarda, ciascuno di noi".
La scrittrice ha sottolineato: "Siamo rimasti in pochi a fare testimonianza", "siamo rimasti due-tre e poi ci sono quelli che non lo fanno più", ma "quando i giornali scrivono che sono l'ultima dei testimoni mi secca molto". Edith Bruck ha iniziato a scrivere "nel 1946 in ungherese, pochissimo, perché alla Liberazione non siamo state né accolte, né ascoltate. Ma io scoppiavo di parole, quindi ho preso un pezzo di carta e ho cominciato a scrivere e da allora non ho mai più smesso".
La rettrice Alessandra Petrucci ha consegnato a Edith Bruck una medaglia appositamente realizzata dallo scultore Sauro Cavallini.
Edith Bruck, 'continuo a testimoniare per i giovani'
"Tutto è importante perché si riflette sulla nostra vita"