ELENA LOEWENTHAL, BREVE STORIA (D'AMORE) DELL'EBRAICO, (EINAUDI, PP. 128, EURO 12) Una lingua antica e nuova, con caratteri diversi da quelli latini, senza vocali, si legge da destra a sinistra, è la lingua della Torah: in questo breve saggio Elena Loewenthal ripercorre la storia dell'ebraico. Loewenthal è narratrice e studiosa di storia e letteratura ebraica, e direttrice della fondazione Circolo dei lettori. Breve storia (d'amore) dell'ebraico "non è una grammatica, non è un manuale, non è un trattato. Non ha nulla di scientifico", afferma l'autrice che spiega:"E' un breve e approssimativo racconto, qualche aneddoto sparso su una lingua strana e bella, un po' indecifrabile eppure anche aperta, disponibile. Capace di stupire". "Una lingua scarna" ma sorprendente perché "ha una sua ricchezza semantica tutta particolare, sempre capace di invitare suggestioni, pensieri, divagazioni", scrive Loewenthal. In ebraico, per esempio, per dire silenzio, ci sono tre modi: Sheqet "il silenzio di quiete, di serenità, di assenza di rumori che turbano"; Shetiqah "il silenzio imposto"; Dom "il silenzio abissale, quello del cosmo e talvolta di Dio". La lingua ebraica, viene ricordato in un capitolo, ha prodotto letteratura riconosciuta a livello mondiale; tra le voci di spicco: Amos Oz, A.B. Yehoshua, David Grossman, Amalia Kahana-Carmon, Eshkol Nevo. (ANSA).
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