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Cohen-Solal, i poeti compagni di vita di Picasso

A Mantova la mostra della storica, il pronipote e Patti Smith

Redazione Ansa

(dell'inviata Mauretta Capuano) (ANSA) - MANTOVA, 05 SET - Il poeta "è il personaggio più meraviglioso della società perché è un irregolare". Lo diceva Picasso, ricorda la scrittrice e storica francese Annie Cohen-Solal che al geniale autore di Guernica ha dedicato un libro, 'Picasso. Una vita da straniero (Marsilio), Premio Femina Essai 2021, presentato al Festivaletteratura in dialogo con Niccolò Ammaniti, autore di un brano ispirato al volume, e una mostra con 50 opere.
    L'esposizione a Palazzo Te, curata con Johan Popelard, aperta IL 5 settembre, con dipinti esposti per la prima volta in Italia, è realizzata con la collaborazione del Museo nazionale Picasso di Parigi e della famiglia dell'artista. "Questa scelta di andare accanto agli irregolari quando Pablo Picasso veniva da una famiglia benestante, aveva un padre accademico, è interessante. Picasso distrugge tutto ciò che è accademico e diventa avanguardista, va al di là della tradizione" racconta Cohen-Solal tra le sale della mostra con alla presentazione anche il pronipote di Picasso, Xavier Vilato e Patti Smith, autrice di un saggio su Guernica, che stasera dedicherà al grande artista il concerto Picasso e il mare, a Mantova spostato da Palazzo Te al Palaunical per il maltempo.
    "I poeti e gli emarginati come i saltimbanchi hanno accolto Picasso a Parigi e lo hanno accompagnato per tutta la sua vita.
    Quando arriva a Parigi, Picasso non parla una parola di francese ma nel 1935 diventa poeta. Come mai? Lo diventa perché ha bisogno di un altro modo di esprimersi. Anche nella poesia crea ibridazione tra le lingue, le parole. Produce una poesia bellissima, surrealista, dada, che sorprende" spiega la curatrice che parla benissimo l'italiano. "Tutto questo si vede benissimo nella mostra a Mantova. 'Sta nevicando al sole' scrive Picasso giocando con i caratteri della parole che si allungano o si gonfiano. È ironico, è buffo. Celebrato dai poeti poi diventa poeta. È in uno stato di metamorfosi, ha illustato le metamorfosi di Ovidio e con le metamorfosi si può esprimere in Francia. Si è espresso tra due autoritratti doppi, l'arlecchino tra i saltimbanchi all'inizio e il minotauro alla fine. Anche se il minotauro, che è un personaggio forte dell'antichità lo fa cieco come a dire, anche se è forte è vulnerabile" racconta come un fiume in piena Annie Cohen-Solal. Anche il pronipote, Xavier Vilato, sottolinea come "per tutti i grandi pittori la poesia sia come una stella, un obiettivo da raggiungere. Per Picasso era molto importante perché ha un rapporto con le cose che sono ai margini della società, i sentieri laterali. Altra cosa fondamentale è che Picasso pensava, e lo credo anch'io, che un individuo può essere nella direzione giusta da solo, senza tutti gli altri che lo seguono" ci tiene a sottolineare il pronipote.
    "Palazzo Te è una grande sorgente di ispirazione per questa mostra oltre al legame con la poesia" aggiunge Cohen-Solal che per il suo libro e le mostre ha fatto indagini negli Archivi della polizia e del Museo Picasso. "Su documenti che nessuno aveva ancora visto. Sia la scheda di Picasso come straniero quando arriva a Parigi nel 1900 che le lettere a sua madre che sono 4mila, conservate al Museo Picasso. Le ho lette tutte e trovato l'intimità tra un figlio che adora la madre che però è un figlio perduto" spiega la scrittrice. "Questa inchiesta mi ha provocato rabbia e per questo ho scritto il libro Picasso una vita da straniero e ho curato una mostra che è stata a Parigi e a New York e che ora è in Italia divisa in due mostre perché l'Italia fa le cose meglio degli altri Paesi. A Mantova Picasso e la poesia e poi a Milano Picasso lo straniero dal 20 settembre", conclude. (ANSA).
   

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