MICHELA GIACHETTA, ''I MOSTRI NON ESISTONO. All'origine della violenza di genere''.
Il viaggio di Michela Giachetta parte da Modena, dal Centro Liberiamoci dalla violenza, il primo pubblico aperto in Italia.
''Ogni volta che varchiamo questa porta - le dice Monica Dotti, sociologa e coordinatrice - ci ricordiamo qual è l'obiettivo principale, iniziale e finale, del lavoro con gli uomini maltrattati. Nel consultorio si lavora soprattutto per il benessere delle donne e dei bambini. E noi, lavorando con gli uomini autori di violenza, vogliamo proteggere soprattutto le donne e i bambini''. Sono centri in cui gli uomini malati, o tossicodipendenti non entrano, qui si prendono in considerazione solo i ''normali'' violenti perchè ''chi picchia la compagna, chi l'aggredisce, chi le punta un coltello alla gola per minacciarla non è un uomo necessariamente malato''. Sono quelli che l'autrice incontra a Firenze, e le stendono la mano cordialmente, sono quelli che a volte minimizzano a volte si sentono uno schifo e cercano quella che non vogliono chiamare cambiamento ma ''evoluzione''. Lo fanno seguendo un percorso che è in piccoli gruppi, prima incontri di valutazione, poi incontri cui le loro storie vengono analizzate e gli viene spiegato come fare ad interrompere i maltrattamenti, quali tecniche usare. Un percorso complesso che sconta pregiudizi di vario tipo. Ci sono anche criticità, rileva Giachetta, che ha iniziato la sua ricerca sulla spinta emotiva dell'omicidio di Giulia Tramontano.
''In molti casi mancano dati generali sul monitoraggio, cosa succede quando il percorso è finito, qualche anno dopo, anche, per valutare, numeri alla mano, se il percorso è servito, se ci sono state altre violenze''. Perchè ''fermare la violenza vuol dire fermare gli uomini violenti''. (ANSA).
Michela Giachetta e il viaggio tra gli uomini violenti
Il racconto dei centri che provano a cambiarli