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L'autodifesa, un diritto delle donne

La storia di questa pratica nel libro di Feci e Schettini

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 25 NOV - L'AUTODIFESA DELLE DONNE. PRATICHE, DIRITTO, IMMAGINARI NELLA STORIA. A CURA DI SIMONA FECI E LAURA SCHETTINI (VIELLA, PP 344, EURO 24). Uno sguardo nuovo sulla forza delle donne che racconta, attraverso un viaggio lungo 13 saggi di 15 autrici diverse, non solo le pratiche ma soprattutto il diritto all'autodifesa al femminile. E' questo il contenuto del volume 'L'autodifesa delle donne. Pratiche, diritto, immaginari nella storia' edito dalla casa editrice Viella curato da Simona Feci e Laura Schettini. L'obiettivo, spiega Feci è quello anche di una prospettiva che finalmente "svincola dalla polarità tra essere vittime o essere responsabilizzate della violenza". Il potere dell'autodifesa, grazie alla messa a fuoco dei movimenti femministi, diventa così un concetto rivoluzionario perché mette in discussione alla radice il concetto stesso che il cosiddetto 'sesso debole' "deve essere difeso perché non sa farlo autonomamente". E' una ricognizione ampia nella storia, dall'età moderna ai giorni nostri, principalmente centrato sull'Italia ma con riferimenti anche ad altri Paesi. Così leggendo le pagine del libro si scopre, ad esempio, chi erano le ju-jitsuffragettes di inizio Novecento.
    Suffragiste britanniche che impararono a difendersi dalla violenza delle polizia attraverso lo studio del ju jitsu, un'arte marziale orientale che si basa su principi di lotta completamente diversi rispetto a quelli occidentali: non tanto sulla forza muscolare ma sull'equilibrio per contrastare l'avversario. Il volume interroga anche il diritto, per capire come l'opinione pubblica e i tribunali hanno guardato alla 'legittima difesa' delle donne, alle donne che sparano, che uccidono i loro aggressori, che assumono l'iniziativa per contrastare e sfuggire alla violenza. Con la richiesta che proviene dalle giuriste di valutare anche a livello normativo l'introduzione della 'legittima difesa differita' che potrebbe rendere non sanzionabile anche una forma di reazione non contestuale all'abuso subito. Il racconto è globale e si sofferma anche sul tema dell'autodifesa nell'arte con esempio come quello degli spari di colore di Niki de Saint Phalle su quadri che raccontano simbolicamente di abusi e sopraffazione.
    Un testo necessario, proprio perché racconta di una nuova prospettiva, uno sguardo diverso sulla forza e la capacità delle donne di autodifendersi. (ANSA).
   

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