"Il cinema? La mia grande faticosa vacanza", dice la scrittrice poetessa Edith Bruck ricevendo una standing ovation ai Nastri d'argento per i documentari. Cammina a fatica, "sono cinque mesi che non esco di casa, ho due ossicini rotti ma non potevo mancare, volevo a tutti i costi togliermi il pigiama, vestirmi bene e venire a ritirare il premio", dice una delle ultime persone sopravvissute all'Olocausto ancora in vita.
Ha 92 anni e il documentario 'Edith' a lei dedicato da Michele Mally ha vinto il Nastro tra i documentari di Cinema, cultura e spettacoli (insieme a Io, noi e Gaber di Riccardo Milani), un film realizzato da 3D Produzioni in collaborazione con La7 e che il compianto Andrea Purgatori trasmise in una puntata del suo Atlantide. La statuetta "troverà posto accanto a quello che vinse tanti anni fa mio marito grande documentarista Nelo Risi, fratello di Dino".
Bruck dice: "Scriverò fino all'ultimo minuto della mia vita, una vita che è stata interamente condizionata dall'essere una sopravvissuta alla Shoah, fiera di essere una testimone instancabile tra i ragazzi da moltissimi anni".
Ultima di sei figli di una povera famiglia ebraica, nata in un villaggio ungherese ai confini con la Slovacchia, deportata a 13 anni ad Auschwitz e poi in altri campi tedeschi: Kaufering, Landsberg, Dachau, Christianstadt e, infine, Bergen-Belsen, dove verrà liberata, insieme alla sorella, nell'aprile del 1945, l'autrice tra gli altri dell'autobiografico Pane Perduto ha un passato anche di regista e sceneggiatrice. "Ho ancora tanti progetti - conclude -. La lingua ungherese mi fa male ancora oggi, me ne sono liberata scrivendo in italiano". (ANSA).
Edith Bruck, 'il cinema, mia grande faticosa vacanza'
92enne sopravvissuta a Olocausto vince il Nastro e ricorda Risi