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Martin Gijon, mio noir storico da voce al silenzio delle donne

Autrice spagnola debutta in Italia con 1580: morte a Siviglia

Redazione Ansa

(di Mauretta Capuano) 

SUSANA MARTIN GIJON 1580: MORTE A SIVIGLIA (PONTE ALLE GRAZIE, PP 500, EURO 18.00). Tra le più amate scrittrici di noir in Spagna, dove ha venduto con i suoi libri oltre 100 mila copie, Susana Martin Gijon si fa conoscere in Italia con '1580: Morte a Siviglia' dove per la prima volta lascia la realtà contemporanea e guarda al passato per capire il presente. Il suo primo noir storico, che arriva in libreria per Ponte alle Grazie il 28 maggio, ci porta nella Siviglia della fine del XVI secolo, nel momento del suo splendore di capitale commerciale del vecchio e nuovo mondo, di cui Gijon ci racconta l'altra faccia della medaglia.
    "Mi piace il genere storico, ma all'inizio per me rappresentava un ostacolo andare indietro nel tempo, nel passato, perché mi interessa raccontare i problemi attuali nei thriller, come ho fatto nei miei precedenti libri. La violenza, l'ipocrisia, la disuguaglianza, soprattutto fra uomini e donne, alla fine del XVI secolo mi hanno fatto capire da dove vengono e il perché di certe cose" dice all'ANSA la scrittrice che è nata a Siviglia nel 1981 e ora vive a Madrid.
    Grande il lavoro di documentazione, durato oltre due anni, per questo libro dedicato "a tutte le donne che non hanno fatto la storia" dove vediamo in azione una prostituta, Damiana, e una novizia delle Carmelitane Scalze, suor Catalina, amiche d'infanzia, rimaste orfane che insieme sono riuscite a resistere alle avversità. Separate poi dalla vita, le due si uniscono di nuovo per rendere giustizia all'assassinio di Violante, la "strega buona", che ha guarito e salvato con le sue pozioni tante prostitute, che è stata uccisa e scuoiata e della quale appare la chioma rossa e la pelle del viso sulla polena di una nave da guerra al porto.
    "Alla fine del XVI secolo non interessava a nessuno tutto questo, a maggior ragione perché era morta una donna che si prostituiva considerata una strega. Non si faceva nulla, neppure l'autopsia. Solo Damiana e Carlina che quando prende i voti diventa suor Catalina, potevano fare qualcosa". Sono loro a muoversi sulle tracce dell'assassino e di un segreto, il più prezioso della Corona: una misteriosa mappa scolpita nel legno che potrebbe cambiare il corso della storia.
    "I cammini di Damiana e Carlina sembrano diversi, ma tutte e due per sopravvivere hanno dovuto sacrificare, in forme diverse, il loro corpo. Sono ingabbiate e ho voluto dare voce a chi non la ha mai avuta, alle donne del bordello più ricercato della Mancebia, nel centro città, a pochi metri di distanza dal convento delle Carmelitane Scalze" racconta la scrittrice. Tra i tanti interessanti personaggi emergono le figure di Madre Teresa di Siviglia e della priora Maria de San José, processata due volte per inquisizione, che nutre dei sospetti su suor Catalina.
    Tra superstizioni dell'epoca, talismani e mappe, l'autrice in queste 500 pagine ricostruisce anche la storia dell'impero Mandinga del Nord Africa che era nelle mappe e apre il libro con la finzione del ritrovamento di un manoscritto anonimo che catapulta in una storia affascinante. "E' un invenzione che hanno utilizzato grandi scrittori da Cervantes a Eco per essere più liberi" spiega Gijon che è stata molto rigorosa nelle ricerche storiche per restituire quel periodo e atmosfera. "Ho navigato anche su un vecchio galeone, ricostruito come quelli dell'epoca, per cinque, sei giorni" dice. Il finale è aperto.
    Diventerà anche questa una trilogia come quella con protagonista l'ispettrice Camino Vargas che diventerà una serie tv? "No, al momento considero questa una storia conclusa. Sto lavorando però a un altro noir storico, sempre ambientato nel XVI secolo con il recupero di qualche personaggio da quest'ultimo noir" dice mentre in Spagna uscirà in estate una nuova edizione rivista della sua trilogia del Quadrifoglio, la prima. (ANSA).
   

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