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L'antropologo Todd, 'l'esercito ucraino sta crollando'

Lo studioso: 'L'Occidente è vittima di un'auto-allucinazione'

Redazione Ansa

"Sono noto per la parte meno importante della mia opera": è così che, dopo una bella risata, risponde Emmanuel Todd se gli si chiede di quella volta che 'predisse' la caduta dell'Urss. "Il grosso del mio lavoro di ricercatore - spiega all'ANSA - si è concentrato sul cercare di stabilire un rapporto tra strutture familiari e ideologie politiche". Ha cominciato come storico, cosa che pensa gli abbia permesso di "capire cosa succede nel presente", aggiunge, e dunque scrivere il libro sulla caduta dell'Unione sovietica ('Il crollo finale', nel '76). Basta fare una breve ricerca su internet per trovare questa storia, la più gettonata per descrivere lo storico e antropologo francese. Gli altri risultati, invece, sono critiche, in particolare quelle arrivate ultimamente con 'La sconfitta dell'Occidente', il suo ultimo libro pubblicato in Italia da Fazi Editore con traduzione di Alessandro Ciappa e Michele Zurlo. "Io leggo i testi di Putin, di Lavrov, la razionalità e i loro valori, il loro attaccamento alla sovranità russa - commenta - accetto la loro esistenza, e solo perché la accetto mi danno del putinofilo". 

"La cosa interessante quando si scrivono dei libri sulla prospettiva, e particolarmente quando si è insultati da tutta la stampa del proprio Paese, è che il giudizio finale lo darà la storia - chiarisce Todd - Questo libro l'ho scritto durante la controffensiva ucraina e oggi tutti sanno che l'Ucraina e gli Usa hanno perso la guerra: quindi descrive la realtà. E ciò permette ai giornalisti francesi di detestarmi ancora più", gongola dietro gli occhiali. Nel volume, come promesso dal titolo, l'autore fa un'analisi della "sconfitta dell'Occidente", sia esterna (nel conflitto russo-ucraino) che interna (a livello demografico, morale ed economico), nel confronto con una Russia per lui stabilizzata e di nuovo grande potenza, nonostante le sanzioni degli ultimi anni.

Secondo Todd, "i russi percepiscono gli occidentali come poco intelligenti", pensiero che condivide: "leggendo i testi di geopolitica americani, i discorsi dei politici o gli articoli dei giornalisti francesi percepisco stupidità. È il mio unico vero punto d'accordo con i russi". Lui, sostiene, 'vede oltre' perché "sono 50 anni che da storico vivo da un'altra parte, non so se nel passato o nel presente, ma altrove - riflette - e penso di vedere la società occidentale da fuori".

Più di tutto, l'antropologo trova che "gli occidentali non riescono più a guardare la realtà - afferma - ovvero che l'esercito ucraino sta crollando. Discutono di una soluzione tra loro, ma avete mai visto un negoziato di pace senza il vincitore?" È come, racconta, se fossero tutti vittima di una "auto-allucinazione collettiva", in parte fomentata dai media: "Le Monde (testata che Todd non ama affatto, ndr) ha nascosto ai dirigenti politici francesi il vero ruolo di Putin". Il suo timore è che in questa "auto-allucinazione i nostri politici si convincano che Putin non userà mai le armi nucleari. Ma lui è stato chiaro. Dobbiamo prenderlo sul serio".

Todd spera "che le élite tedesche, italiane e francesi tornino con i piedi nella realtà e si rivoltino contro gli Stati Uniti. Vedo le sofferenze del popolo ucraino, dei soldati russi, e penso che sia immensa, sia enorme la responsabilità occidentale", soprattutto degli Usa, che per lui sono i colpevoli delle due guerre di questi anni. "Hanno lanciato gli ucraini, li hanno armati, fomentati, poi non sono più riusciti a fermarli - commenta - e la stessa cosa hanno fatto con Israele, è un tratto ripetitivo della loro politica estera. Ma non credo riusciranno ad aizzare Taiwan contro la Cina - ride - nemmeno se si fanno di allucinogeni, la Cina è troppo grande".

Quella di oggi è "una guerra di vigliacchi", accusa l'antropologo. Per lui, la ragione si trova nello 'stadio zero' della religione protestante, la stessa fede dalla quale venne l'ascesa dell'Occidente. La conseguenza è "lo svilupparsi di pulsioni nichiliste nelle classi dirigenti - prosegue - mentre la società è atomizzata, frammentata ed è difficile immaginare popolazioni capaci di fare la guerra". Per questo, dice, "c'è bisogno che l'Ucraina la faccia per noi".

E, ora, la situazione in Medio Oriente e il cambiamento nella percezione occidentale rispetto alla questione a Gaza e il ruolo di Israele, potrebbero essere "il colpo di grazia per la crisi dell'Occidente", continua. La sua prossima teoria e, magari, il nuovo libro di prospettiva saranno su questo. "Non ho deciso ancora, sono un ricercatore serio, esito prima di farmi un'idea - conclude Todd - ma la mia ipotesi è che Israele, come l'Ucraina, sia tormentata da un problema di nonsense rispetto alla sua esistenza. Prima aveva un progetto nazionale, ora sembra essere solo la lotta contro gli arabi. Netanyahu non ha un obiettivo razionale. Conta solo i morti. Quello di Israele è un discorso nichilista, del piacere della distruzione". 

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