ll Salone del Libro di Torino vara il programma per l'edizione 2023, in programma dal 18 al 22 maggio al Lingotto Fiere, ma non scioglie ancora il 'nodo direttore'. "Non ho il nome in tasca, ma sarà il Salone più bello di sempre" assicura il presidente della Fondazione Circolo dei lettori, Giulio Biino. La regia d'altra parte è ancora, come previsto, nelle mani di Nicola Lagioia che difende l'indipendenza della kermesse letteraria. Il tema scelto per quest'anno è 'Attraverso lo specchio': "Celebriamo la forza trasformativa dei libri, il che non vuol dire scappare dal mondo. Ad aprire il Salone del libro, infatti, c'è una scrittrice impegnata come Svetlana Alksievic, una voce critica che parla del peggio che succede nel mondo" spiega Lagioia. Paese ospite sarà l'Albania e regione ospite la Sardegna. Il programma completo arriverà ad aprile, ma i nomi sono già tanti: Peter Cameron, Mark Z. Danielewski, autore dell'acclamato caso letterario 'Casa di foglie', Virginie Despentes con il suo ultimo libro 'Caro stronzo', il Premio Nobel per la Letteratura Wole Soyinka che porterà a Torino il nuovo romanzo 'Cronache dalla terra dei felici' e Tony Wheeler, fondatore della Lonely Planet che festeggerà al Salone i 50 anni della guida. Fra gli ospiti italiani, Alessandro Barbero, Amanda Lear e Federica Pellegrini. La presentazione si tiene al grattacielo di Intesa Sanpaolo e dalla banca arriva la conferma del sostegno al Salone: "Intesa è fiera di essere main partner e vogliamo continuare ad esserlo. Per noi le attività culturali non sono un fiore all'occhiello, ma una parte strutturale dell'attività della banca" afferma il presidente Gian Maria Gros-Pietro. Lagioia spiega che "il festival è sempre stato indipendente, caratteristica che è anche di Torino e del Piemonte, e io fossi in voi me la terrei stretta questa caratteristica. E sono convinto che Cirio e Lo Russo siano d'accordo con me.. L'indipendenza io me la sono guadagnata non andando in maniera frontale ma diplomatica, cercando di avere rapporti costruttivi con tutti e riuscire a comporre tante voci diverse, è stato un esercizio complicato ma ho imparato dalle difficoltà". Cercano di buttare acqua sul fuoco delle polemiche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che in queste settimane sono scesi in campo per cercare di dirimere la questione della direzione del Salone. "Solo le cose molto serie e robuste durano tanti anni e sono capaci di reggere le tempeste e 35 edizioni non solo sono un segno di serietà ma anche uno stimolo a continuare e a fare sempre meglio". dice Lo Russo. "Il Salone è un luogo di pluralismo, di libertà, che va oltre le persone, va oltre le maggioranze politiche dei momenti. Non ha un colore politico, i colori del simbolo lo dimostrano, li ha tutti e non ne ha nessuno. Questa è la logica con cui vogliamo, e abbiamo voluto in questi miei quasi 4 anni di governo regionale, approcciare il rapporto con il Salone" afferma Cirio. L'ultima soluzione in campo, il tandem tra lo scrittore Paolo Giordano ed Elena Loewenthal, non decolla. "Stiamo scegliendo il direttore del futuro, ma si tratta di una procedura aperta e tale rimane in questo momento. L'importante è che il lavoro venga terminato nel migliore dei modi" osserva il presidente dell'Associazione Torino Città del Libro, Silvio Viale, che ha ricordato Alberto Vanelli, manager della cultura piemontese morto il 12 febbraio.
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