(ANSA) - ROMA, 05 APR - DANIELE PETRUCCIOLI, 'SI VEDE CHE NON
ERA DESTINO' (TERRAROSSA EDIZIONI, PP. 206, EURO 15,50)
Il romano Daniele Petruccioli (1970) è scrittore, docente,
traduttore, attore.
Maria, dubbiosa, parla di sé in prima persona e si pone
domande: "Forse ho un qualche tipo di malattia, anche se in casa
nessuno si è mai azzardato a dire questa parola. Però ti senti
un po' sbagliata, un po' malata, se vedi cose che vedi solo tu e
gli altri no, e che ti sembrano più vere delle cose che vedono
tutti gli altri. Mi piacerebbe tanto essere come tutti gli
altri. Ma si vede che non era destino".
Gesù, nel romanzo, ha il nome di Ieshua ed è un ragazzo molto
coraggioso: "così incardinato nel presente, crede così tanto in
tutto quello che vive, nel modo in cui lo vive, che preoccuparsi
del futuro gli è semplicemente impossibile. Il futuro è
profondamente legato alla paura. Perciò è la stessa parola
'futuro' a risultargli estranea. Mio figlio non ha paura di
niente. È questo che mi terrorizza'".
Maria si sente sola, incompresa: "Giuseppe non mi parla, mio
figlio mi sfugge. Fra loro niente, non una parola, solo sguardi.
Ma sono occhiate sfalsate. Si capisce che si inquietano uno per
l'altro e che hanno la delicatezza di non volerlo dare a vedere,
di non volere che l'altro se ne accorga. Lo apprezzo. Ma i loro
sguardi cupi, che si alzano solo quando l'altro è distratto o
rivolto altrove, sono uno strazio. Due uomini così profondi,
intelligenti. Possibile che non si accorgano che in questo modo
fanno solo peggio?".
Petruccioli fa della famiglia in cui nasce Dio una famiglia
umanissima, come tante, e la Maria di queste pagine è una donna
col suo bagaglio di fragilità, amore, dolore, talvolta
rassegnata, una donna che per accettare ciò che non comprende si
affida a una frase: "si vede che non era destino". (ANSA).
Daniele Petruccioli, un romanzo su Maria, madre di Gesù
In libreria 'Si vede che non era destino'