Libri

In nome di cosa di Annalisa Pirani, il senso della perdita

In libreria il racconto che da voce e corpo al dolore

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 09 MAG - ANNALISA PIRANI, IN NOME DI COSA (SCRIPTA MANEANT, PP 116, EURO 12). Il racconto di una vita, senza filtri e senza remore, alla ricerca del significato della perdita: partendo dal racconto degli eventi luttuosi che hanno colpito la sua famiglia quando era ancora in giovane età, Annalisa Pirani ripercorre alcune tappe fondamentali della sua vita nel libro In nome di cosa, da poco disponibile on line e nelle librerie per Scripta Maneant di Bologna.
    "'In nome di cosa è un testo autobiografico - spiega l'autrice -. Ho dato voce, corpo e collocazione a un dolore straziante fino ad oggi taciuto e nascosto, anche a me stessa.
    Ho raccontato senza filtri e senza remore quanto la perdita dei miei genitori abbia stravolto la mia vita e ne abbia determinato alcune inevitabili conseguenze dal punto di vista della mia realizzazione personale e professionale". Nata nel 1979, Annalisa Pirani è cresciuta a San Pietro in Casale, nel bolognese, dove vive tuttora. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università di Bologna, legge tutto ciò che le capita tra le mani: libri, saggi, atlanti, poster, etichette, frasi all'interno dei cioccolatini, bugiardini dei medicinali.
    Scrive in ogni momento libero e dorme con i suoi cani, da sempre.
    In nome di cosa, suo primo romanzo, verrà presentato giovedì prossimo 11 maggio alle 18, alla Libreria Coop. Zanichelli di Bologna, dalla stessa Pirani in dialogo con Federico Ferrari di Scripta Maneant. "Ho immaginato nel finale di trovare un senso a quel che mi è capitato - spiega ancora Annalisa Pirani -, una risposta al titolo del testo 'In nome di cosa' ho attraversato tanto dolore e immaginando una me catapultata tra tanti anni, se non totalmente guarita almeno consapevole, risoluta e in pace con sé stessa oltreché con i suoi demoni. Ho concluso dando una mia personale stima della misura del dolore. Scrivendo queste pagine ho immaginato di arrivare al dolore di altre persone - conclude la scrittrice -, di fornire conforto e comprensione a chi avesse avuto esperienze simili o paragonabili alle mie, ma in fondo ad ogni tipo di disagio e sofferenza, in un crescendo di consapevolezze che sicuramente si sono rivelate curative per me e che vorrei lo fossero altrettanto per chi le dovesse leggere". (ANSA).
   

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