Libri

Camilleri un faro, dopo 4 anni la luce non si spegne

Non solo il ricordo delle nipoti, manca l'intellettuale

Redazione Ansa

Sono trascorsi quattro anni e un giorno, come puntualmente ricorda il sito vigata.org, da quando, il 17 luglio 2019, è morto uno degli scrittori e intellettuali più amati, Andrea Camilleri. "Un faro" nel ricordo delle nipoti, la cui luce ancora non si è spenta a giudicare non soltanto dal ricordo affettuoso dei parenti e degli amici, ma anche dal successo che continuano ad avere la serie di Montalbano in televisione e i libri. E poi c'è il vuoto non colmato che questo intellettuale saggio, autorevole e impegnato ha lasciato.
    "Non è stato un nonno qualsiasi, di quelli che si incontrano una volta al mese, è stato un quotidiano riferimento maschile forte con una visione della vita lungimirante e saggia, un anziano con una mentalità da giovane: un faro, manca un faro", dice Alessandra Mortelliti, la nipote attrice e regista.
    E' il parere condiviso anche dalla sorella, Arianna, autrice di un libro scritto in segreto e pubblicato pochi mesi, "Quella volta che mia moglie ha cucinato i peperoni" (Mondadori), che sta avendo un inaspettato quanto meritato successo. Un'opera prima ma molto matura.
    "Gli chiedevamo consigli personali, sentimentali, lavorativo, quindi era una figura maschile estremamente forte in una famiglia di donne - prosegue Alessandra Mortelliti -. Le sue riflessioni non erano mai scontate e ci ha insegnato a non dare nulla mai per scontato e, prima di giudicare, a vedere le cose da ogni angolazione possibile. E' la cosa che mi manca di più ed è irripetibile. E' stata una figura talmente presente che, ieri eravamo a cena fuori con nonna Rosetta per fare un brindisi dedicato a lui, ed era come se ci fosse stato anche lui".
    Il 17 luglio 2019 Andrea Camilleri spirava all'ospedale Santo Spirito di Roma, dopo uno stato di coma durato vari giorni.
    Scorre il tempo ma non si dimentica il profilo e la statura di quell'uomo dalla cultura enciclopedica, integerrimo, dal forte impegno civile e sociale; e non si dimentica il regista televisivo e teatrale, il poeta. Nonostante il fracasso del mondo, una tecnologia sempre più invasiva, la lama della spada del climate change che si avvicina alla nuca del genere umano e le insidie dell'intelligenza artificiale, il ricordo di quella voce resa roca da milioni di sigarette, è ancora una voce di conforto, di gioia, forse per alcuni un fiato di sollievo tra migliaia di stimoli distraenti, consolatori, che ottundono. A testimoniare quanto vivo siano il suo ricordo e la sua opera sono il successo del Montalbano televisivo andato più volte in onda in Rai negli ultimi dodici mesi, e dei libri usciti postumi. Ma mancano le bacchettate ai politici (di destra e di sinistra) e ai faccendieri, ai disonesti, sempre in un ambito di critica e all'interno di una visione convintamente europeista e pacifica. Indicazioni di orientamento per una società sempre più complessa, da parte di una voce unanimemente rispettata e non solo per il consenso condensato dai milioni di copie vendute.
    Perché non diventi più flebile quella voce, in quest'ultimo anno è stata allestita una mostra d'archivio al Fondo, e il sito ha "acquisito" la sua voce (registrata): attraverso le storie narrate, passa la Storia del '900. Infine si fanno avanti le nuove generazioni della famiglia: se "buon sangue non mente", Alessandra e Arianna Mortelliti rinnovano del nonno lo spirito volitivo, tenace, creativo. 
   

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