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Il nostro grande niente, romanzo su fugacità di amore e vita

Aldrovandi riflette sulla natura delle relazioni

Redazione Ansa

EMANUELE ALDROVANDI, IL NOSTRO GRANDE NIENTE (EINAUDI, PP. 200, EURO 17). Tutto scorre e il mondo non finisce con noi. Dopo la nostra morte, le stelle continuano a brillare, i fiumi a scorrere e l'universo procede al solito ritmo. È il tema chiave del romanzo d'esordio di Emanuele Aldrovandi, regista e autore di cinema e teatro. La storia ha il sapore di una sceneggiatura e il protagonista e io narrante, deceduto in un incidente stradale, è un novello Ghost; osserva dall'aldilà cosa succede sulla terra, segue la vita dell'amata che, a poco a poco, superato il dolore della perdita, si guarda intorno alla ricerca di un nuovo compagno. I capitoli scandiscono il tempo: al giorno duecentocinquantacinque lei si sta già tuffando tra le braccia di una vecchia fiamma e pianifica notti piccanti, seppur tra sensi di colpa. Al giorno milleventitre è pronta ormai per i fiori d'arancio:"Domani ti sposi", prende atto il Lui-fantasma che tiene d'occhio ogni cosa dal cielo; si mette anche a paragone con l'uomo che lo ha sostituito:"è ordinato, si prende cura delle cose tipo l'auto, il giardino, le lampadine da cambiare e le varie impellenze domestiche che io tendevo a procrastinare all'infinito".
    Aldrovandi costruisce una struttura gradevole e metafisica, per riflettere sulla caducità della vita e delle relazioni. (ANSA).
   

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