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'Nessuno mi può giudicare', un amore impossibile nel Sessantotto

Un magistrato e una studentessa nel romanzo di Marcello Vitale

Redazione Ansa

(ANSA) - TORINO, 25 GIU - Una storia d'amore impossibile.
    Almeno per l'epoca dei fatti in cui è ambientata: il Sessantotto. Lui un magistrato arrivato dal Meridione nella Torino sconvolta dalla contestazione studentesca e alla vigilia dell'autunno caldo del '69, che vedrà come protagonisti gli operai. Lei una studentessa, occhi scuri, capelli corvini, gambe lunghe e magre che il pm calabrese conosce in casa di amici comuni, in uno dei quartieri della Torino Bene, la Crocetta.
    Questo è il clima che ci fa respirare il giudice Marcello Vitale, con il suo libro 'Nessuno ci può giudicare', presentato oggi a Torino. Un romanzo pubblicato dall'editore Ensemble, che vede come protagonisti Carla e Marcello. In comune hanno sole le origini meridionali: la figlia dei fiori Carla ha il padre, Petrino, operaio, prima alla Fiat Lingotto e poi a Mirafiori, arrivato a Torino da Palermo, sotto la spinta delle enormi masse di immigrati salite con le valigie di cartone.
    Le vicende ruotano non su quel pezzo di storia d'Italia, ma su come quella storia ha toccato profondamento il capoluogo piemontese, che da lì a meno di dieci anni dopo, diventerà covo del terrorismo delle Brigate Rosse e di Prima Linea, dove chi contesta non si accontenta più degli slogan 'duri e puri, arrivando non pochi di loro a imbracciare un mitra. Dall'altra parte magistrati come il protagonista, che diventeranno obiettivi. Un romanzo storico, ma nel contempo anche autobiografico quello scritto da Vitale, dove c'è ancora il sogno, la fantasia al potere, la musica di Mina e di Caterina Caselli a fare da colonna sonora. Anche per storia d'amore così impossibile da non poter essere giudicata. (ANSA).
   

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