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Un'allegria di troppo, quando l'euforia nasconde il dolore

Esordio di Francesca Tumiati, tra confessione e letteratura

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 02 OTT - FRANCESCA TUMIATI, UN'ALLEGRIA DI TROPPO (FELTRINELLI, PP. 144, EURO 16) "Un'allegria di troppo", uscito per Feltrinelli, collana Narratori, è il romanzo-memoir che segna l'esordio nella narrativa di Francesca Tumiati, firma di "IoDonna" e giornalista di costume appassionata di astrologia. A muovere i fili del plot un'eterna ragazza, una 'cianciallegra' che dietro un'euforia esagerata cela inadeguatezze, malesseri, sensi di colpa, "pensieri affannati". La felicità improvvisa è propria di chi ha il cuore a pezzi, come sintetizza una frase di Chandra Candiani, citata in esergo: "Chi è stato nella tempesta soffre di attacchi di gioia".
    La protagonista di "Un'allegria di troppo" si chiama Francesca, narra in prima persona e le sue parole sono un'immersione nella memoria; scavano nella sofferenza, penetrano negli amori sgretolati e lasciati a metà, nei rapporti familiari conflittuali, "nei nodi aggrovigliati del masochismo", nelle divergenze con una madre che, scuotendo la testa, sussurra alla figlia: "Hopeless", 'senza speranza'. Una madre, alla continua ricerca di equilibrio e armonia, e in lotta contro un male di vivere che le attanaglia l'anima. Francesca tenta in ogni modo di donarle sorrisi: "Ero il tuo giullare".
    Francesca ha una sorella gemella, Anna, la prediletta dai genitori, con un carattere più quadrato e razionale. Mentre Chicca è l'"inaffidabile", appellativo che lei definisce "aggettivo-tormento" della sua "infanzia-adolescenza-età adulta", l'etichetta di inattendibile la fa sentire una che dimentica tutto e perde tutto, la circonda di insicurezza.
    Snocciolare episodi e sentimenti, in una sorta di diario intimo, la conduce a una nuova consapevolezza: "È il momento di uscire dai labirinti delle mie favole buie", dice la protagonista.
    (ANSA).
   

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