(di Chiara Venuto)
"Abitammo in una casa senza tetto e senza intonaco, una casa di poveri, all'estrema periferia, vicino a un carcere. C'era un palmo di polvere d'estate, e la palude d'inverno": è con questa frase che in 'Poeta delle ceneri' Pier Paolo Pasolini descriveva la sua casa di via Giovanni Tagliere 3, nel quartiere di Ponte Mammolo a Roma, non lontano dal carcere di Rebibbia.
Come scritto anche nell'atto notarile, Valsecchi si è fatto "portatore delle istanze" di dissenso del mondo culturale e delle associazioni locali, che avevano anche lanciato una petizione affinché l'asta venisse fermata. E ha scelto insieme alla moglie di acquistare l'abitazione e donarla allo Stato perché venisse trasformata in un'area per attività culturali.
Oggi, in un atto firmato nella sede del ministero da lui e dal direttore generale Musei, Massimo Osanna, alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano e del sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, questo piano è diventato una realtà.
L'immobile ora sarà assegnato all'Istituto Pantheon e Castel Sant'Angelo - Direzione Musei nazionali della Città di Roma. Una scelta fatta sia per pertinenza territoriale che tematica, dato che questo stesso istituto accoglie già le case museo Mario Praz, Boncompagni Ludovisi e Hendrik Christian Andersen. Quella di Pasolini ora diventerà un centro culturale e una residenza per giovani artisti.
"Oggi entriamo giuridicamente in possesso del bene, da domani mattina affideremo la progettazione e penso che in un annetto riusciremo a realizzare quello che dobbiamo fare - ha commentato Sangiuliano - Pasolini ha lavorato molto sulle periferie urbane", e ora "il ministero si impegna a utilizzare questo immobile per farne un centro in grado di ospitare i giovani che vogliono praticare l'arte, la poesia, la cultura in tutte le sue articolazioni e ricordare in questo modo la figura del grande Pasolini".
L'appartamento avrà dunque "una funzione più innovativa di hub culturale e luogo di sviluppo della creatività - ha affermato Osanna - Avvieremo un progetto di tipo corale, che coinvolga attivamente il territorio". Lo stesso che Pasolini, sempre in 'Poeta delle ceneri', descriveva come "l'Italia nuda e formicolante, coi suoi ragazzi, le sue donne, i suoi 'odori di gelsomini e povere minestre', i tramonti sui campi dell'Aniene, i mucchi di spazzature: e, quanto a me, i miei sogni integri di poesia".
"La casa oggi può diventare un faro e un punto di creazione per i giovani, là dove non c'è cultura, in queste terre ormai desolate, queste periferie che sono ormai diventate terre di nessuno - ha concluso Valsecchi - ci vorrebbero forse dieci, cento case di Pasolini che diventino centri di cultura nelle periferie". (ANSA).