(di Mauretta Capuano)
(ANSA) - ROMA, 30 APR - MASSIMO TEMPORELLI, COME SARÀ IL
MONDO QUANDO SARÒ GRANDE (BATTELLO A VAPORE, PP 224, EURO
17.00).
Da oltre 25 anni il divulgatore e storico della scienza esplora
gli effetti sulle persone e la società della tecnologia e
l'innovazione tra università, libri, podcast, trasmissioni
televisive, web series e corsi di formazione, ma questa volta lo
fa con una spinta diversa, parlando ai ragazzi, alle ragazze e
alla scuola. "Davanti all'innovazione e al futuro siamo tutti
ragazzini. Nessuno può dire io so già dove stiamo andando, è
tutto un gioco di metafore di storytelling, di racconti. Se vuoi
di fantasia perché non abbiamo fonti certe" dice all'ANSA
Temporelli. "Questo è un libro positivo, che ti dice che
possiamo farcela, che è nostra responsabilità farcela e che
attraverso la progettazione e la conoscenza delle nuove
tecnologie, con tutte le criticità che giustamente vengono
evidenziate, abbiamo ancora nelle mani il nostro futuro"
aggiunge.
Costruito attraverso decenni, accompagnato da illustrazioni,
questo libro è un viaggio scientifico e divertente che ci mette
davanti a nuove sfide. "I primi decenni sono verosimili,
naturalmente più ti allontani dall'oggi e più è un azzardo.
Sicuramente quello a cui serve questo libro è a orientare i
giovani verso un ragionamento sul futuro e sulla progettualità.
È vero che il futuro sarà digitale, ma sarà un digitale
umanizzato. Il tema da capire è: siamo coscienti di questo
cambiamento? Siamo coscienti che disegnando queste tecnologie
bene l'homo sapiens cambia in meglio? Se lo siamo ci dobbiamo
impegnare tutti a disegnare quelle tecnologie. Per questo i
ragazzi e le ragazze sono importanti. Non dobbiamo lasciare in
mano il cambiamento alle multinazionali, con tutto il rispetto
che ho per le multinazionali, per i grandi inventori. Ci deve
essere quello che oggi si chiama co- progettazione. L'utente, i
cittadini e le aziende devono disegnare i social network, l'IA.
Non possono essere in mano a pochi" sottolinea Temporelli che ha
dedicato il libro alle sue figlie di 10 e 12 anni. Scherzando,
ma neppure tanto, dice: "Se le mie figlie non faranno un Erasmus
su Marte e non si innamoreranno di un robot c'è qualcosa che non
va".
Certo, non tutto quello che abbiamo fatto nei primi anni del
digitale è andato benissimo, ma "nei 100 anni che ci separano
dal 2024, dalla fine della prima guerra mondiale a oggi, il
mondo è migliorato: ci curiamo meglio, ci scaldiamo, meglio,
dormiamo meglio. La condizione di vita dell'uomo occidentale è
migliorata. Il tema è: questa deriva dell'utilizzo delle
tecnologie non potrebbe toglierci delle abilità? Si, è già
successo e non siamo morti. Da cacciatori raccoglitori siamo
diventati agricoltori, abbiamo perso tante abilità ma ne abbiamo
guadagnate altre. Internet , l'IA, la robotica o i social
network cambiano l'umanità, le prassi sociali, antropologiche.
Se progettiamo male l'operazione è disumanizzante, se la
facciamo bene è umanizzante" dice. "Insieme possiamo costruire
non solo un mondo migliore ma anche più giusto". E cosa è stato
del resto, della natura? "La abbiamo devastata. Plastiche,
allevamenti intensivi. Ce ne siamo fregati della conseguenza
delle nostre azioni artificiali, tecnologiche, ma anche gli
altri esseri viventi hanno il diritto di vivere bene e non vanno
sfruttati".
Quanto ci vorrà per un cambiamento culturale vero? "Sta già
avvenendo. Il futuro è già qua, però non è equamente
distribuito. Il tema è distribuirlo e condividere l'idea che
quello è il futuro. Di IA per esempio i ragazzi sanno già tutto,
ma la scuola è ancora statica. I social network erano uno
strumento potentissimo da usare a scuola e invece abbiamo fatto
finta che non esistessero. Normalizziamo la tecnologia come
driver di umanità, attiviamo un pensiero positivo sul futuro
però diciamo che non è che arriva da solo. Applichiamo l'IA in
modo intelligente alla scuola. Viviamo questi mondi. Presidiamo
gli spazi" è l'invito di Temporelli. (ANSA).
Massimo Temporelli e il digitale umanizzato
Primo titolo per ragazzi Come sarà il mondo quando sarò grande