(ANSA) - ROMA, 04 NOV - Apripista sulla moda etica da tempi
non sospetti, vegetariana convinta, Stella McCartney è la
stilista di riferimento per i cambiamenti della moda, meno
inquinante, più rispettosa della natura e del benessere degli
animali. Quando ancora nessuno ne parlava, la figlia di Paul
McCartney e Linda (entrambi ecologisti e vegetariani convinti),
ben 30 anni fa, ha cominciato una sua personale rivoluzione
nella moda scegliendo da subito di evitare pellami e pelliccia.
Trent'anni fa, non ieri. Forse per questo l'invito a Glasgow a
Cop26 non stona affatto. Lei davvero guida i cambiamenti nel
fashion, cercando di coinvolgere in questo movimento anche altre
maison del lusso, sempre con coerenza. Quest'anno ad esempio ha
lanciato la prima borsa con un materiale realizzato con il
micelio, ossia i funghi, trattata da sembrare pelle. E anche il
NuCycl, una tecnologia capace, secondo i suoi ideatori, di
riciclare all'infinito qualsiasi tipo di scarto tessile,
naturale come il cotone, o sintetico come il poliestere.
Un impegno testimoniato dall'installazione al Kelvingrove
Museum and Art Gallery di Glasgow che mostra i materiali
innovativi e a basse emissioni di carbonio utilizzati dalla
McCartney nel corso degli anni. Tra questi, oltre a pezzi
realizzati con Mylo️ mycelium unleather di Bolt Threads, le
prime scarpe da calcio vegane al mondo, create in collaborazione
con Paul Pogba e adidas by Stella McCartney; cotone rigenerativo
di Soktas; e Econyl(R) rigenerato da nylon proveniente da
rifiuti post-consumo e plastica oceanica.
Tra i visitatori dell'installazione c'erano il principe Carlo
e l'attore Leonardo DiCaprio. "Sono qui per mostrare quale può
essere il futuro della moda, che è una delle industrie più
dannose per il pianeta", ha detto la designer. "Che c'è un altro
modo e altre soluzioni, che possiamo proporre nuove tecnologie e
nuovi marchi per scambiare il male con il bene". L'industria
della moda deve prepararsi a eliminare gli sprechi e prendere
posizioni radicali come abbandonare del tutto la pelle animale.
Secondo il World Resources Institute (WRI), la moda è il secondo
settore manifatturiero più grande del pianeta, responsabile fino
all'8% delle emissioni di carbonio. (ANSA).
Stella McCartney a Cop26, la moda deve cambiare
Parla dei suoi risultati 'etici'. Applausi da Carlo e DiCaprio