Cultura

Moda bimbo 2025 è green in stile 'vacanze italiane'

Filiera si ripensa lenta e responsabile per capi easy che durano

Redazione Ansa

(ANSA) - FIRENZE, 19 GIU - L'etica 'zero waste' invade il mondo del kidswear, alla ricerca di novità per stimolare i consumi, soprattutto quelli italiani: dopo le crescite nell'ultimo biennio, nel 2023 hanno registrato una contrazione del -3,7% a fronte di un fatturato settoriale di 3,2 miliardi di euro che ha beneficiato dell'export in crescita del 4,6% (secondo la nota di Sistema Moda Italia). Le oltre 100 collezioni da bambino in mostra al Pitti Bimbo 99 (160 i marchi in totale, ma sono comprese le aziende del settore lifestyle e brand per gli amici a quattro zampe), hanno virato verso una produzione più lenta nei tempi, basata su quantità limitate, nemica degli eccessi. È il percorso verso una filiera controllata, socialmente responsabile in ogni suo anello.
    Così per la primavera-estate 2025 trionfano look in materiali naturali o comunque sostenibili con stampe marinière o di giochi acquatici, isole, onde e immagini di avventure al mare. Sono collezioni beachwear e resort dall'approccio sempre più green, con costumi da bagno sicuri per la pelle al sole ma dalle forme sofisticate, fuori-acqua che declinano fantasie vivaci su un mix & match di tessuti e vestitini bon ton che evocano le estati in riva al mare (come da Molo). 'Riviera', ad esempio, è il tema della collezione Dolce & Gabbana che evoca le vacanze italiane: i colori dei paesaggi soleggiati del Mediterraneo sono proposti in modo giocoso su base lino, jersey e popeline, in un'alternanza di uniti e stampe a righe verticali e orizzontali.
    Il mondo della navigazione rivive anche nei disegni delle T-shirt e nei ricami ottenuti con tecniche ricercate. Per il tempo libero, nel mondo del bambino, prende sempre più campo l'idea di un guardaroba di capi easy-care e facili da lavare, senza sbiadire o smagliarsi - che possano durare nel tempo: top in jersey e morbidi shorts, informali gonne a sbuffo e denim supersoft (Roy Rogers e iDo). Spazio anche a capsule in piccoli lotti, con tinture ecologiche e di derivazione vegetale, e zero emissioni di carbonio. E poi filati organici che portano i segni della lavorazione manuale, oppure nobilitano risorse di scarto ed eccedenze tessili: la creatività rigenera capi finiti da collezioni preesistenti. E per ridurre e riutilizzare i rifiuti, anche il packaging è eco, con etichette di carta riciclata, stampe atossiche, nastri biodegradabili. Tante aziende infine, proseguono la ricerca sulla varietà dei tecno-filati sostenibili, come i derivati dalla bonifica degli oceani, con il recupero di plastiche o reti da pesca. Ogni passo, insomma, è pensato per incoraggiare un acquisto. Che sia consapevole però.
    (ANSA).
   

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