Cultura

Bahrami, la musica classica è a rischio estinzione

'Se i giovani conoscessero Bach non diventerebbero terroristi'

Redazione Ansa

PONTE DI LEGNO (BRESCIA) - Se Ramin Bahrami scrivesse la sua autobiografia, assomiglierebbe a un romanzo pieno di colpi di scena, capace di travalicare i generi, come lui fa con la musica. Dall'Iran, dove è nato 41 anni, fa è dovuto scappare ancora bambino quando è stato rovesciato il regno dello Scià (e suo padre è stato imprigionato), ha vissuto in Italia portando con sé la sua passione per Bach, si è diplomato al conservatorio di Milano, ha iniziato la sua carriera, messo su famiglia, inciso dischi, scritto libri, e per un breve periodo fatto anche il dog-sitter ai cani di Carol Alt per mantenersi a Los Angeles. Tutto con un sorriso contagioso sulle labbra.

Forse per questo non ha avuto problemi a suonare a circa tremila metri di altezza al passo Lagoscuro, nelle montagne sopra Ponte di Legno, il paese bresciano dove anche quest'anno è tornato per due concerti nell'ambito della rassegna 'Una montagna di cultura... la cultura in montagna', e a partecipare a un dibattito sull'attualità della musica classica, dove ha usato il pianoforte per dimostrare che ancora oggi ha qualcosa da dire. Ed è entusiasta di aver da poco inciso con il pianista jazz Danilo Rea l'album 'Bach is in the air'.

"La musica classica - ha spiegato Bahrami all'ANSA - deve fare passi per proporre il proprio messaggio in maniera radicalmente diversa o rischia di finire in un'oasi protetta" come un animale in via di estinzione. "Non bisogna mettersi mai in cattedra" ha aggiunto, ma far sentire la musica come una necessità che ciascuno ha, una 'cura dell'anima' (per star bene, è convinto, si dovrebbe andare ai concerti come si va in palestra), ma anche un bisogno della società. "Come dice Riccardo Muti, la musica insegna il rispetto, l'ascolto". Ed è un insegnamento di cui oggi c'è bisogno: la dimostrazione, con la polifonia, che elementi diversi possono convivere in modo armonico. "Se si insegna la musica ai ragazzi - di questo è assolutamente convinto - poi difficilmente imbracceranno un kalashnikov o si faranno esplodere con una mina addosso" ed è questa "la vera arma contro il terrorismo: istruzione, cultura, mescolanza".

"La musica - ha aggiunto - è apertura, insegna il rispetto per le differenze. Chiudersi, costruire muri peggiora le cose". Bach lo dimostra con tutti gli elementi che ha preso da tradizioni musicali differenti, unendo "oriente e occidente, la musica di ieri, di oggi e forse di domani. C'è anche molta Italia: non ha mai scritto opere liriche, le sue Passioni sono le sue opere, anche migliori di quelle di Mozart e Wagner". "A volte i giovani hanno paura" della musica classica ed è anche per questo che Bahrami ha realizzato il progetto con Rea e ne sogna altri: facendo dialogare generi diversi "si apre a un pubblico diverso. I teen-ager e i ventenni, ad esempio, amano il ritmo e la bellezza e quindi la musica di Bach è adattissima a loro".

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