Quattro musicisti, detenuti nel campo di concentramento tedesco di Görlitz, in Bassa Slesia, il 15 gennaio del 1941 eseguirono per la prima volta una composizione destinata a diventare uno dei capolavori cameristici del Novecento. A firmare il Quatuor pour la fin du Temps fu il pianista Olivier Messiaen, recluso insieme con gli altri tre compagni, il violinista Jean Le Boulaire, il violoncellista Etienne Pasquier e il clarinettista Henri Akoka.
Sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube dell'Accademia, su Ansa.it e sui canali social dell'agenzia. In scena nella Sala Casella e lo potete vedere ancora qui un quartetto d'eccezione con il direttore artistico della Filarmonica Romana Andrea Lucchesini al pianoforte, Marco Rizzi al violino, Gabriele Mirabassi al clarinetto, Mario Brunello al violoncello.
Il Quatuor viene eseguito integralmente nella versione originale. Tra una e l'altra delle otto sezioni la voce narrante di Guido Barbieri - critico musicale, drammaturgo, voce di Radio3 - racconta le vicende dei quattro musicisti detenuti, esecutori della prima assoluta del Quatuor e ricostruisce le loro vite prima, durante e dopo quella storica esecuzione; quattro esistenze diverse che racchiudono speranze, oblii, pentimenti, delusioni e che costituiscono lo specchio fedele del tempo storico, tragico e irto di conflitti, in cui si sono svolte.
"Ne nasce - dice Barbieri - una riflessione sul tempo: su ciò che un'opera d'arte cardine del Novecento come il Quatuor di Messiaen ha seminato, ha fatto germogliare e ancora oggi continua a raccogliere. Una 'apocalisse contemporanea' che, come quella narrata dal Nuovo Testamento, non segna affatto la fine del tempo, bensì, sempre e comunque, l'utopia di un nuovo inizio". Il concerto è inserito nell'ambito della rassegna "La musica da camera dal barocco alla contemporanea" realizzato con il contributo della Regione Lazio.