"Torno a Sanremo con una canzone bellissima, una grande canzone italiana che, al primo ascolto, ha avuto su di me lo stesso impatto emotivo di 'Perdere l'amore'. Vado in gara perché da ospite non si prova la stessa adrenalina": promette scintille Massimo Ranieri che, a 70 anni, affronta con entusiasmo il ritorno all'Ariston. Lo spirito è quello di chi si rimette in gioco. "Vado a divertirmi", dice all'ANSA nella prima intervista dopo l'annuncio dei 24 artisti in gara.
Due anni fa fu ospite. Presentò l'inedito 'Mia ragione' e duettò con Tiziano Ferro su 'Perdere l'amore', canzone vincitrice nell' '88 e tra le più importanti e amate dell'albo d'oro del Festival. "Anche con 'Mia ragione' pensai di gareggiare, ci pensai molto, ma poi non me la sentii. Stavolta - racconta Ranieri - mi sono preso 15 giorni di tempo per decidere e dare una risposta ad Amadeus. Si vede che a 70 anni uno mette ragione, mette cervello. Se non fossi stato convinto della canzone non l'avrei fatto".
"E' un palco che ha qualcosa di magico. Si sente addosso l'adrenalina come in nessun'altra manifestazione. Fa paura ma poi alla fine tutti vanno", racconta lui che, ancora minorenne, debuttò al Festival, nella sede originaria del casinò, nel '68, con 'Da bambino' (in abbinamento con I giganti) e tornò nel '69 con 'Quando l'amore diventa poesia' (con Orietta Berti).
Dopo una lunga pausa dalla musica, per dedicarsi al teatro, trionfò nell' 88 e gareggiò ancora, sempre con buoni risultati in classifica, anche nel '92 con 'Ti penso', nel '95 con 'La vestaglia' ("un pezzo aznavouriano, poco festivaliero, ma che il pubblico mi chiede sempre a gran voce", dice) e nel '97 con 'Ti parlerò d'amore'.
In gara ci sarà una sua vecchia conoscenza, Gianni Morandi, con il quale lo scorso anno avrebbe potuto essere ospite, ipotesi poi sfumata. "Non sapevo che ci fosse in gara anche Morandi! L'ho appreso dai media - racconta - quando è stato rivelato l'elenco degli artisti. Dopo l'annuncio ci siamo sentiti e Gianni mi ha detto 'Ci andiamo a divertire, ormai ad una certa età, cosa vuoi fare... Anche se io sono più vecchio di te'", riferisce imitandolo. "Siamo i due cantanti rivali, acerrimi amici-nemici che dopo tanti anni si ritrovano in una manifestazione, come ai tempi di Canzonissima, sembra di rivivere quegli anni", dice. Erano i primi anni Settanta e Ranieri trionfava, proprio a Canzonissima, con hit come 'Vent'anni', nel '70, ed 'Erba di casa mia', nel '73. Quasi 50 anni dopo "eccoci qua, sono felice e non vedo l'ora di rivedere Morandi, di confrontarmi con lui, di fare quattro chiacchiere e sapere qual è il suo stato d'animo", aggiunge Ranieri. "Dall'unica telefonata mi sembra che lo spirito sia lo stesso per come è lui, per come sono io: quello di due ragazzini che si incontrano di nuovo per una partita di pallone dopo tanti anni", aggiunge.
Nel cast, oltre a vecchie glorie come Morandi, Rettore, Zanicchi, ci sono anche artisti emergenti idoli dei giovanissimi. "Li conosco pochissimo - confessa Ranieri - ma negli ultimi anni ho sentito tante proposte interessanti". In gara, si sa, con una parte del verdetto affidata al televoto, può succedere di tutto. "Non mi interessa - ribadisce - voglio solo far sentire questa canzone che ha un testo e una musica stupendi. Sono sicuro che colpirà anche il pubblico. Con 'Perdere l'amore' - ricorda - ero un pesce fuor d'acqua. Non cantavo più da anni per dedicarmi al teatro e, dopo la prima esibizione, pensavo di poter tornare a casa. Non avevo neanche letto il regolamento". Vent'anni prima, a fine anni '60, i discografici gli avevano sconsigliavato di tornare dopo i primi due Festival. "Non può giocarsi la carriera in due minuti e mezzo", dicevano, preferendo Canzonissima che prevedeva invece quattro performance nell'arco di due mesi. Della prima volta nella città dei fiori, nel '68, Ranieri ricorda: "Ero nel recinto in mezzo a mostri sacri e a personaggi come Louis Armstrong. Frastornato come un bambino che hanno portato alle giostre e vede la ruota, le luci... E non sa dove andare". Il Festival "faceva terrore", ricorda. Oggi, con una delle carriere più sfolgoranti in Italia, tra teatro, cinema, musica e tv, il 'cantattore' sembra non avere proprio niente da perdere.
La canzone in gara "che canta la vita" è stata messa da parte un anno fa per un futuro disco. Uscirà con il prossimo album di inediti. "Non sarà pronto a febbraio per il Festival - annuncia Ranieri - ma ad aprile, con gli arrangiamenti di Gino Vannelli, come nell'ultimo album". Mentre è appena stata pubblicata la sua autobiografia, 'Tutti i sogni ancora in volo' (Ed.Rizzoli) e corre da una città all'altra per recuperare 60 date live rinviate a causa della pandemia, Ranieri si augura che questo possa essere davvero il Sanremo della normalità e della ripartenza. Senza pubblico in teatro lo scorso anno "è stato terribile". "Il peggio è alle spalle, si spera. Se Dio vuole - sospira - almeno in gran parte, è andata".
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