(ANSA) - BOLOGNA, 26 SET - I Ventiquattro Capricci per
violino solo di Niccolò Paganini, composizioni che mettono in
risalto in modo quasi parossistico la bravura dell'esecutore,
rappresentano un banco di prova impegnativo per la maggior parte
dei violinisti fin dalla loro pubblicazione: buona parte di
questi, da Salvatore Accardo a Itzhak Perlam, da Ruggero Ricci
alla nuova star italiana del violino, Francesca Dego (per
citarne solo alcuni), vi si sono misurati sia in sala da
concerto che negli studi registrazione.
Del resto da sempre Paganini, anche per i meno esperti, è
sinonimo di virtuoso.
Anzi, Luca Fanfoni si rammarica poichè poco dopo la chiusura
del disco, ne ha scoperto addirittura altri due. Il
venticinquesimo Capriccio contenuto nel cd Aulicus è un brano
che risale all'agosto del 1828 composto in quattro righe
musicali e dedicata al Conte Maurice Dietrichstein,
aristocratico viennese dell'epoca. "Questo Capriccio ha molto
fascino musicale - spiega Fanfoni - con una cantabilità simile
all'undicesimo Capriccio e un finale uguale al "God Save the
King" che Paganini scriverà successivamente. Venne pensato in un
periodo assai difficile, quando il compositore si separò da
Antonia Bianchi a Vienna proprio mentre stava avendo grande
successo. A mio modo di vedere è importantissimo come Paganini
ha affrontato la polifonia con questa scrittura a quattro righe,
una per ogni dito. Peccato per altri due Capricci che certamente
costituiranno l'inizio di un nuovo progetto!" (ANSA).
Luca Fanfoni incide i '24+1' Capricci di Paganini
Il violinista ha scoperto tre piccoli capolavori del compositore