(ANSA) - PARMA, 08 MAG - Una grande lezione di canto, di
stile e di musica: è ciò di sta facendo sfoggio, in questi
giorni al Teatro Regio di Parma, Gregory Kunde. Sessantanove
anni e non sentirli: il ruolo temutissimo di Canio in Pagliacci,
capolavoro del verismo musicale di Ruggero Leoncavallo, in scena
dal 5 maggio, è per il tenore americano una sorta di
passeggiata.
Al debutto nel '92 al Teatro dell'Opera di Roma, lo
spettacolo, conosciutissimo e proposto nelle sale di mezzo
mondo, conserva intatta la sua bellezza e ricchezza scenica. Al
fianco della storia di sangue, connubio tra realtà e finzione
con Canio tradito che ammazza la moglie Nedda/Colombina (una
straordinaria Valeria Sepe) e il suo amante Silvio, Zeffirelli
ne racconta tantissime altre in un paesino qualsiasi del sud
italiano degli anni sessanta/settanta: il meccanico, la gelataia
e il barista che lavorano sulla piazza, le prostitute, i
carabinieri, la signora incinta che ha già una prole cospicua.
Senza contare i tantissimi giocolieri e trampolieri, i
prestigiatori (tra i quali la stessa Nedda), ragazzi su bici di
ogni sorta e tantissimo altro con più di cento persone sulla
scena. Insomma, una meraviglia per gli occhi capace ancora di
stupire appena il sipario si apre. Davanti a tanto splendore la
pur belle prove del direttore Andrea Battistoni con l'Orchestra
Toscanini (lode al primo violoncello, Pietro Nappi, eccellente
solista), il coro del Regio e quello delle voci bianche, passano
quasi in secondo piano. Uno spettacolo che è ormai una rarità
nel panorama odierno fatto di allestimenti scarni, basati spesso
su filmati o poco più. Al termine, successo entusiastico per
tutti. (ANSA).
Successo per 'Pagliacci' al Teatro Regio di Parma
Gregory Kunde trionfatore delle prime due recite