(ANSA) - ROMA, 16 OTT - Venti anni senza Gaber, venti anni
con lui, Giorgio Gaber è uno di quegli artisti che hanno
lasciato un segno profondo nella storia culturale del nostro
paese. E il documentario, scritto e diretto da Riccardo Milani,
non solo è riprova ma lo fa conoscere anche a chi non appartiene
alla sua generazione e non ha vissuto quegli anni.
Io, noi e Gaber arriva a breve distanza da Enzo Jannacci. Vengo
anch'io di Giorgio Verdelli, presentato alla Mostra del cinema
di Venezia a settembre e in sala con Medusa: entrambi con il
merito di ricordarci quei geni liberi degli anni '60 e '70,
fortemente radicati a Milano.
Girato tra Milano e Viareggio, nei luoghi della vita di
Giorgio Gaber, Io, noi e Gaber vuole essere un ritratto non
polveroso ma al contrario vivo e incisivo. Milani racconta il
signor G. in tutte le fasi della sua carriera artistica: dai
primissimi esordi nei locali di Milano al rock con Adriano
Celentano, dal sodalizio artistico e surreale con l'amico
Jannacci agli iconici duetti con Mina e alle canzoni con Maria
Monti. Dagli anni della popolarità televisiva al teatro, con
l'invenzione, insieme a Sandro Luporini, del Teatro Canzone,
piena espressione del suo impegno politico e culturale. Sullo
sfondo, luogo in cui tutto converge, il Teatro Lirico di Milano.
Nel ritratto, che si fa anche intimo quando lascia la parola
alla figlia Dalia e alla moglie Ombretta Colli, Riccardo Milani
raccoglie tante voci di colleghi e artisti che lo hanno vissuto
e amato. Ci sono tra gli altri Claudio Bisio, Jovanotti, Ricky
Gianco, Gino e Michele, Gianni Morandi.
"Giorgio Gaber è stato una persona importante della mia vita.
Da piccolo mi ha divertito con l'allegria di Goganga, Il
Riccardo o La Torpedo blu, e dal liceo in poi mi ha fatto alzare
la testa e avere uno sguardo sul mondo segnando il mio percorso
di formazione. Raccontarlo per me è stato soprattutto un modo
per ringraziarlo", dichiara il regista Riccardo Milani. (ANSA).
Tutto Gaber, il Signor G. 20 anni dopo
Alla Festa di Roma docu di Milani sulla storia del genio libero