Cultura

Achille Lauro, 'il docufilm poema epico sulla mia vita'

Ragazzi madre - L'Iliade, l'artista che si è fatto da solo

Redazione Ansa

Dieci anni di storia di vita, dalle origini all'affermazione nel panorama musicale italiano ed oltre, dalla periferia romana al palco di Sanremo. Achille Lauro si racconta senza veli in 'Ragazzi madre-l'Iliade', il suo docufilm disponibile dalla mezzanotte del 14 dicembre su Prime Video, partendo dalla sofferta ma ferma decisione, a soli 13 anni, di seguire il fratello maggiore fuori di casa, vivendo appieno la sofferenza di chi si sentiva "nessuno", le ferite, la voglia di cambiamento e la rivalsa attraverso la musica, usata come ariete per sfondare il muro del silenzio.
    Per Achille Lauro, all'anagrafe Lauro De Marinis, 33 anni, la musica ha rappresentato fin dall'infanzia il bisogno viscerale di esprimere se stesso, e la scrittura è stato lo strumento salvifico che lo ha traghettato verso l'esplorazione dei suoi personali mondi musicali. Un cocktail dolce amaro, potente, 'Ragazzi madre - l'Iliade', parte da una serie di psichedeliche immagini in bianco e nero, voci di dolore, fame di vita, di chi è cresciuto tra i pregiudicati dei palazzoni vissuti dai ragazzini soli come "padri". Lauro racconta la vita di chi si ritrova senza scelta, tra droga, fame e delinquenza, mondi che i suoi occhi azzurri hanno visto fin troppo da vicino, e dai quali spiega di aver avuto paura di essere fagocitato.
    Lui però poi una scelta la ha fatta, votare la sua vita a ciò che ha sempre amato: la musica. Nel docufilm ci sono anche le voci di suo fratello, degli amici e fratelli della "crew" con cui musicalmente è cresciuto e si è affermato, sacrificio dopo sacrificio, brano dopo brano. Genio e sregolatezza, le sue doti artistiche lo hanno presto guidato ad una carriera unica, in cui tanti generi diversi si sono fusi e sono stati sperimentati, portandolo a raggiungere innumerevoli traguardi e a calcare in più vesti il palco del Festival di Sanremo.
    Da protagonista del mondo urban-street, il camaleontico Lauro si è trasformato rapidamente in icona glam, punk-rocker, pop star e autore in grado di demolire ogni stereotipo, sempre pronto a rinnovarsi e a muoversi tra generi ed epoche differenti nel mondo della musica, del fashion e dell'arte, fino a diventare un imprenditore di successo. "Quando mi sono accorto che tutto funzionava, ho iniziato io stesso a organizzare eventi, invitando ospiti di successo perché il mio nome fosse associato al loro", ha raccontato Lauro, parlando dell'inizio della sua carriera artistica. Il docufilm mostra minuti e minuti di video inediti, ripresi negli anni, come la nascita di Rolls Royce, la hit che lo ha portato a Sanremo per la prima volta.
    Il volto del ragazzino con i capelli che da biondi diventano azzurri, rosa, e i tatuaggi che si aggiungono uno dopo l'altro su quello stesso viso, diventa la tela su cui dipingere la narrazione della sua storia artistica. "Con questo documentario si apre e si chiude un cerchio, un percorso di 10 anni di musica e dischi totalmente diversi, Sanremo, ora è il momento di aprirne uno nuovo - ha spiegato il cantautore - partirò per gli Stati Uniti dove resterò sei mesi, per vivere l'America e sperimentare con altri artisti". Sempre vicino ai ragazzi, tra le case famiglia e le scuole, Lauro ricorda l'importanza del fallimento che "è alla base di tutto, cosa a cui i ragazzi italiani non sono più abituati rispetto ad altri Paesi".
    Il docufilm, "directed by Achille Lauro" e prodotto da De Marinis Group in collaborazione con Prime Video, è stato presentato in anteprima a Roma lunedì 11 dicembre con un 'secret event' dedicato a 400 fan dell'artista nel quartiere Montesacro in cui Lauro è cresciuto. Oggi è stata la volta dell'anteprima alla stampa, all'Anteo di Milano, dove i giornalisti hanno assistito al movie che lo stesso performer e musicista ha descritto come "il poema epico" della sua vita. (ANSA).
   

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