Cultura

Applausi a scena aperta per La Boheme al Petruzzelli

Ieri sera l'opera di Puccini per la regia di Hugo de Ana

Redazione Ansa

(ANSA) - BARI, 22 DIC - Applausi a scena aperta per cast e regia de 'La Boheme' che ieri sera a Bari ha chiuso la stagione d'opera del teatro Petruzzelli. L'amore tra Rodolfo e Mimì, interpretati con maestria dal tenore Ivan Ayon Rivas e dalla soprano Selene Zanetti, conquistano il pubblico che più volte interrompe urlando "bravi, bravi".
    Il palco è incorniciato da luci come fosse lo specchio di un camerino. La magia delle scene e dei costumi fa pensare di essere al cinema.
    L'opera si apre con il poeta Rodolfo nella soffitta fredda e sporca in cui vive con i suoi amici squattrinati, tra cui il pittore Marcello. Mentre tentano di scaldarsi bruciando le pagine di una commedia fa il suo ingresso il padrone di casa, Benoit, che pretende l'affitto. Ma uno stratagemma degno dei bohemien permette loro di conservare i quattrini da sperperare al caffè Momus, nel quartiere latino. Non prima, però, che Mimì entri in casa chiedendo aiuto perchè il suo lume si è spento.
    Anche la soffitta diventerà presto buia e i due, rimasti soli, confesseranno di amarsi. Gli amici, intanto, aspettano Rodolfo per andare e Mimì si unisce a loro. Neon, insegne colorate e un'atmosfera da 'Cirque du Soleil' con pagliacci, fatine e bambini. Nel frastuono del quartiere Rodolfo e la sua compagnia, di cui fa parte anche Musetta, vecchia fiamma di Marcello, fuggono per non pagare il conto. Ma se all'assenza di denaro c'è sempre rimedio, bisogna fare i conti con la malattia che sta logorando giorno dopo giorno Mimì, e per cui Rodolfo, che non vuole vederla soffrire, ha deciso di lasciarla. La storia d'amore tra i due è finita ma presto arriva Musetta annunciando che Mimì sta salendo le scale con affanno. Un giaciglio di fortuna, su un materasso logoro, la accoglie per farla riposare.
    Nel sonno, però, esalerà l'ultimo respiro. Nella soffitta arrivano, restando nell'ombra, anche i personaggi del caffè Momus: il dramma è ancor più cupo per chi sa vivere con nulla, ma non sa vivere senza l'amore. (ANSA).
   

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