(ANSA) - BOLOGNA, 19 GEN - Amalasunta, Teodato, Sveno,
Lausco, Svarano sono gli insoliti nomi di alcuni dei personaggi
che popolano l'opera I Goti del compositore polesano Stefano
Gobatti andata in scena con grandissimo successo al Teatro
Comunale di Bologna la sera del 30 novembre 1873: all'indomani
della prima, e indipendentemente dai suoi valori artistici, I
Goti venne salutata come una vittoria della "musica
dell'avvenire", contrapposta alla tradizione del melodramma
nazionale, considerato un genere incapace di rinnovarsi in "un
paese congenitamente provinciale". Il giovane compositore,
ingenuo ed inesperto (allora poco più che ventenne), non resse
però alla gloria e agli onori che ne derivarono, così nel
volgere di poco tempo venne pressoché dimenticato e il suo
divenne il "caso Gobatti", mai stato chiuso.
Nel corso dello spettacolo, alle narrazioni originali di
Emanuela Marcante verranno affiancate le musiche dalle opere e
le romanze da camera di Stefano Gobatti ed evocazioni musicali
da opere di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, i due massimi
compositori d'opera del tempo, considerati "rivali". In
particolare di Gobatti Il Ruggiero proporrà la romanza "Perché
piangi" dedicata alla "celebre artista di canto Signora Erminia
Borghi-Mamo", la Ballatella campestre op. 52, In musica (Musica
odiosa) op. 51 dedicata invece all'Illustre Maestro Giuseppe
Martucci, l'estratto dai Goti "Per lei scampo più in terra non
v'ha", la Romanza per canto e pianoforte Autunno, op. 100.
(ANSA).
'Il caso Gobatti' al Museo di San Colombano di Bologna
Il 21 gennaio le musiche rare del compositore dei Goti