Cultura

Musica e danza, dedica a Ezio Bosso di Brunello e Sieni

Il debutto al Ravenna Festival il 3 luglio

Redazione Ansa

Non un omaggio a Ezio Bosso musicista, piuttosto una dedica all'amico e al suo mondo musicale. Con questo intento il violoncellista Mario Brunello, insieme al danzatore e Virgilio Sieni, e affiancato da Maria Semeraro al pianoforte, ha dato vita a "Un amico", serata-omaggio al compositore prematuramente scomparso nel 2020, che debutta al Ravenna Festival il 3 luglio, al Teatro Rasi. "Questo lavoro - spiega Brunello, che ha condiviso con Bosso una collaborazione iniziata nel 2013 e un'amicizia profonda, poi interrotta e rimasta in sospeso - nasce dalla nostra vicinanza sfociata in una registrazione fatta 10 anni fa, e mai pubblicata dopo che le nostre strade si sono divise, di questo stesso programma che andiamo a comporre e che gira intorno alla sonata Radici, che Bosso aveva scritto per me. è il modo per dare forma a qualcosa che non è stato detto". Il percorso di Un amico che intreccia note e passi di danza sfocia nella Sonata Roots - Radici, dedicata da Ezio a Brunello e che sembra proprio tornare all'origine di quel rapporto, passando per le vibrazioni luminose e ispiratrici di Bosso che risuonano da Bach a Cage. Dopo 10 anni Brunello ha sentito l'esigenza di tornare su queste musiche, "per come le avevamo intese. All'epoca, Ezio era ancora un illustre sconosciuto, ci siamo frequentati perché sentivo che aveva qualcosa di importantissimo da dire, ma la sua era una musica fragile come lui e aveva bisogno di essere accompagnata da un mondo musicale, non data in pasto come poi è stato", lamenta il musicista che ha voluto la danza a esprimere emozioni e sentimenti racchiusi nelle partiture. "Trovo che questa musica espressa attraverso la danza viva nel suo sentimento principale che è comunicare l'emozione, l'energia che la vita può riservare". L'obiettivo è quello della riscoperta, o scoperta, di un Bosso non noto, "che infondeva profondità e potenza espressiva, attraverso la semplicità e la fragilità. La sua musica, fatta di poche note che arrivano direttamente all'anima di chi le ascolta, era come uno di quei fiori con pochi petali, un papavero: non appariscenti, ma sfolgorante". Proprio questo, dice ancora Brunello, "è quello che ha lasciato: il suo valore è all'interno di una bolla di sapone, il nucleo di un atomo che va scoperto, apprezzato senza la cornice, senza il luccichio dei brillantini, senza i fari del palcoscenico. Aveva la capacità di parlare a uno uno, mentre si è voluto far vedere che era comunicatore di massa. Ma era prigioniero della sua malattia e questo gli dava un senso di insicurezza: non capiva se valutavano quello che avevo dentro o solo quello che era fuori". Ezio Bosso ha scritto molto anche per la danza, trovando così una sorta di canale di comunicazione con Virgilio Sieni. "Il danzare le musiche che hanno compenetrato il legame tra Mario e Ezio - racconta il danzatore e coreografo, che ha lavorato in sala prove per circa un mese - restituisce il senso dell'amore, talmente potente da far pensare al corpo come luce. Nasce tutto nel momento in cui Brunello mi chiede di collaborare, il suo modo per riavvicinarsi e riappacificarsi con Bosso". Il processo di avvicinamento al mondo musicale di Bosso, attraverso la danza, è avvenuto "attraverso un linguaggio giocato sulla prossimità, sullo spazio tattile, tutte forme di somiglianza uno con l'altro. Per me, che non conoscevo Bosso, è stata una forma di iniziazione alla sua musica. Da fuori racchiudeva elementi che io tendevo a banalizzare, lavorandoci dentro abbiamo scoperto forme di vita". Danza e musica procedono di pari passo, "e ogni brano racchiude un viaggio emozionale. Basta lasciarsi cogliere. Ogni danza è sempre una forma di dono a qualcuno. Non solo a Bosso. Ogni brano ha una vicinanza a forme di fragilità", aggiunge ancora Sieni, che si è affidato ai movimenti dei suoi danzatori: Jari Boldrini, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo, Valentina Squarzoni e Linda Vinattieri. Alla Sonata Roots, che chiude il programma della serata, come in un ripasso musicale di certi percorsi, si arriva attraverso le musiche cristalline di Bach, i suoni nelle Melodie n. 1, 3 e 4 per violoncello e tastiera di John Cage, le atmosfere rarefatte di Arvo Pärt e quelle di Messiae. Dopo Ravenna, Un amico si sposterà a Bassano del Grappa (VI) il 29 luglio, a Stresa (VB) il 24 agosto, a Borgia (CZ) il 28 agosto, a Trento il 30 novembre, a Mestre (VE) il 2 dicembre.

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