Cultura

La musica di John Tavener per la prima volta nella 'sua' Patmos

Il festival omaggia il compositore che visse a lungo nell'isola

Redazione Ansa

(di Luciano Fioramonti) (ANSA) - PATMOS, 02 SET - La melodie della spiritualità contemporanea di John Tavener risuonano per la prima volta a Patmos, a pochi passi dalla grotta dove l'apostolo Giovanni sentì la voce di Dio e scrisse il Libro dell'Apocalisse. Un concerto di forte suggestione ha segnato, il 1 settembre, l'apertura della settimana di Musica Sacra affidata al coro Tallis Scholars fondato e diretto da Peter Philips, grande amico del compositore ingese morto nel 2013.
    Fino al 6 settembre sul palcoscenico dell'Anfiteatro dell'Apocalisse saliranno l'Academic Orchestra Athens, il soprano Eleni-Lydia Stamellou in trio con liuto e violoncello barocco, il quartetto vocale Kalifonica e il coro maschile MusicAeterna Byzantina di Theodor Currentzis diretto da Anthonis Koutroupi. La rassegna segue la terza edizione del Festival di Musica da Camera in cui hanno spiccato star del calibro del violoncellista Steven Isserlis e del tenore Ian Bostridge. Due filoni riuniti sotto l'unico titolo di Patmos Music Festival, curato dagli italiani Roberto Prosseda e Massimo Fino e particolarmente significativo perché coincide con il 25/o anniversario della inclusione della Grotta dell'Apocalisse e del Monastero di San Giovanni che domina Cora, la cittadella fortificata, nei siti patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
    L'omaggio a Tavener ha scandito i 15 giorni di appuntamenti musicali gratuiti. Nel gioiello dell'Egeo il compositore, convertitosi alla religione ortodossa a metà degli anni Settanta, visse a lungo. Qui scrisse alcuni dei suoi capolavori e Palintropos, opera per piano orchestra del 1977, dedicata appunto a Patmos che gli organizzatori della kermesse contano di proporre in futuro. "Spero che trasmetta 'icone sonore'" disse Tavener della sua musica, intendendola come "una finestra di suoni sul mondo divino". Amici stretti del compositore sono stati anche due ospiti prestigiosi del compositore, appunto Bostridge e Isserlis. Quest'ultimo di lui ha proposto Thrinos, solo per violoncello del 1990. "Il luogo dove abbiamo fatto le prove era l'albergo in cui all'epoca alloggiava", ha raccontato il violoncellista ricordando il lungo rapporto con Tavener, che nel 1988 scrisse per lui The Protecting Veil e altri sei brani.
    Nel programma dei Tallis Scholars le composizioni di Tavener - Funeral Ikos, Song For Athene (eseguita nel 1997 durante i funerali della Principessa Diana), As one who has slept e The Lamb - si sono alternate a brani della monaca tedesca Hildegarda di Bingen (1098-1179) e del maestro contemporaneo Arvo Part in un dialogo senza tempo di temi mistici. "È assolutamente meraviglioso dirigere la musica di Tavener per la prima volta a Patmos accanto alla Grotta dell'Apocalisse - ha detto Peter Philips all'ANSA al termine del concerto -. È un privilegio, è luogo davvero emozionante. Questa è una musica che cantiamo molto. Due dei quattro pezzi eseguiti stasera li ha scritti proprio per noi. È un onore proporli qui dove lui ha vissuto".
    Roberto Prosseda, direttore artistico e fondatore del festival cameristico con il musicologo Massimo Fino, commenta con soddisfazione la risposta del pubblico. "È stata l'edizione cameristica più ricca che ci ha dato più soddisfazioni per i numeri molto più alti di spettatori, con 500 persone a concerto e molte rimasti fuori nei luoghi più ridotti, ma anche di artisti". Per la prima volta è stata ospitata un'orchestra, La Brussels Chamber Orchestra di Michael Guttman, con la quale si sono esibiti molti solisti illustri con un repertorio che ha alternato capolavori della tradizione a riletture in stile tango di autori classici. "La grande varietà è stata abbinata in modo quasi sartoriale allo spirito dei luoghi in itinerari di ascolto coerenti - spiega -. La linea è proporre qualità artistica altissima e offrire un programma insolito, perché un festival non deve proporre spettacoli già organizzati, ma creare format diversi e combinazioni nuove che possono anche stupire. A Patmos gli artisti e il pubblico si lasciano influenzare dal contesto, dalla bellezza e dalla storia ma anche da come la musica sarà suonata". (ANSA).
   

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