Cultura

Vasco Rossi, 'finalmente ho capito cosa faccio, scrivo liriche'

Il rocker presenta volume 'Vivere/Living' ad un evento esclusivo

Redazione Ansa

Ma senza la musica, cosa resta di Vasco Rossi? Mica semplice rispondere. A Modena, e dove sennò, per riuscirci si è tentata una piccola impresa editoriale che è già una rarità (500 copie oltre a cinquanta non destinate alla vendita, prezzo al pubblico di 100 euro e ricavato destinato interamente al Gruppo Abele). "Per la prima volta ho capito che cosa faccio da cinquant'anni: io scrivo delle liriche", parole, senza musica appunto, di Vasco Rossi, tornato nella sua Modena a quasi sette anni dal Modena Park. Allora erano in 220mila e passa, oggi, dentro al teatro Storchi, solo qualche centinaio e su invito. D'altronde il volume 'Vivere/Living' edito dalla Galleria Mazzoli proprio questo fa: spegne i riflettori, mette a tacere gli strumenti, ma chiama comunque Vasco Rossi sul palco: "E vi dirò, quando non c'è la musica ma il silenzio mi sento in imbarazzo".

Il volume è una composizione inedita di testi che il rocker di Zocca ha scritto durante la sua vita: note, pensieri e parole mischiati assieme, poi i versi più noti. Cosa ne esce? Risponde direttamente lui, che l'opera l'ha vagliata attentamente e gli ha fornito una visuale differente dal solito sul suo percorso artistico: "Liriche, proprio così. Le parole - spiega Vasco Rossi - delle canzoni diventano musica e la musica diventa parola. Una cosa magica, diversa dalla poesia. La poesia esiste da sola invece la lirica sono le parole che diventano musica. Non sono poeta, ma cantautore. La forma d'arte della canzone è ancora poco considerata dalla cultura con la 'c' maiuscola, che la sente più vicina al circo. Ma anche la canzone pop, e non solo d'autore, ha una potenza comunicativa enorme che deriva dall'unione di parole e musica. Quindi poesia e musica. Ho capito finalmente quello che faccio: scrivo liriche che diventano canzoni". Significativo che il volume della maturità artistica venga presentato all'interno di quel teatro Storchi davanti al quale, lo stesso Blasco racconterà, arrivava in corriera dall'Appennino, da Zocca. La prima volta a undici anni: "Scendevo e facevo tutta la strada per arrivare dal maestro di canto. Dopo ci ho vissuto, a Modena, per molto tempo e l'ho vissuta in tutta le maniere, sia da giovane che da ragazzo in collegio, periodo molto duro della mia vita, poi ho fatto il disc jockey e mi sono divertito anche molto, per quello l'ho chiamato 'Modena Park', che fra parentesi sono contento di averlo fatto ma non lo farò mai più - assicura ridendo l'artista - Per me era una Modena Luna Park".

In quello stesso teatro Storchi oggi pomeriggio l'attrice e poeta Mariangela Gualtieri ha dato un assaggio di cosa siano le composizioni di Vasco Rossi senza il frastuono di uno stadio e persino senza la musica. Sul palco anche Nanni Cagnone, che ha condotto Rossi verso quel termine 'lirica' che il rocker ribadisce più volte sul palco. Nel volume i testi sono tradotti in inglese da Paul Vangelisti, direttamente dalla beat generation (era in video collegamento da Los Angeles) a Modena per sostenere il progetto. All'interno di 'Vivere/Living' sono racchiuse opere d'arte di Carlo Benvenuto, Marcello Jori, Rosanna Mezzanotte, Gianluca Simoni. Per intenderci: come raffigurare il brano 'Mi si escludeva'? Un sasso incartato da una pagina dell'Apocalisse. "L'ironia e lo sberleffo sono mie forme naturali - spiega ancora Vasco Rossi - ma è anche la forma del rock: linguaggio che provoca ed ironizza in modo feroce. Anche nelle mie canzoni si ironizza, non sono messaggi negativi come dicevano. E c'è stato un periodo in cui per strada mi sputavano per le mie canzoni. Io sono una persona semplice, ma non facile. Non sono per tutti perché ad alcuni do fastidio. Ma se provocando do fastidio, risveglio le coscienze, compresa la mia". Al teatro Storchi Vasco ha voluto ringraziare pubblicamente il gallerista Emilio Mazzoli, colui il quale ha voluto la realizzazione del volume: "Questo libro - dice - è un Oscar alle canzoni di Vasco Rossi. Una carezza che mi ha rivolto Emilio Mazzoli, la persona con la quale ho avuto più affinità fra tutte, carezza che porterò a Vasco Rossi. Perché io oggi sono qui solo in sua rappresentanza".

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