Cultura

Caterina de' Medici, moderna in The Serpent Queen 2

Samantha Morton, Storia scritta da uomini, cambiamo prospettiva

Redazione Ansa

(di Lucia Magi) (ANSA) - LOS ANGELES, 15 LUG - La tv può cambiare la Storia.
    O almeno, può ribaltarne il punto di vista. È quello che riesce a fare The Serpent Queen, la serie su Caterina de' Medici, tornata con la seconda stagione sul canale MGM+ di Prime Video.
    Ne è convinta Samantha Morton, che interpreta la moglie di Enrico II, sovrana di Francia dal 1547 al 1563, nella serie scritta e prodotta dal britannico Justin Haythe (già sceneggiatore di Revolutionary Road di Sam Mendes).
    "Nei libri che ho studiato a scuola, 'la regina madre' viene descritta come una donna fredda, calcolatrice, vendicativa e pronta a tutto pur di raggiungere i suoi scopi. Con questo ruolo cerco di restituirle complessità e umanità. Non dimentichiamo che la Storia è stata per lo più scritta da uomini e quindi è solita avere una prospettiva misogina", commenta l'attrice in occasione del press tour estivo della Television Critics Association a Los Angeles. The Serpent Queen rilegge le cronache del XVI secolo basandosi sul saggio "Catherine de Medici: Renaissance Queen Of France", della scrittrice Leonie Frieda, e nel corso delle due stagioni costruisce una protagonista "affascinante, complessa, seducente e devastante", secondo Morton.
    "Se ci guardiamo indietro, le donne che erano levatrici, che conoscevano le erbe o le qualità di certi funghi, che guardavano la luna piena…venivano chiamate streghe. Gli uomini invece erano dotati di intelligenza e potevano essere alchimisti, scienziati, astronomi. La Storia descrive le donne come 'diavoli' per il solo fatto di essere incredibilmente intelligenti e astute".
    Così è la sua Caterina, una completa outsider nella corte francese, sola e malvoluta, che deve lottare contro tutti per non soccombere.
    La star di The Walking Dead non è nuova ai drammi in costume: a 20 anni fu Jane Eyre nel film per la tv britannica, nel 2007 Maria Stuarda in Elizabeth: The Golden Age, e nel 2019 una matrona di un bordello del Settecento in Harlots. "A scuola di recitazione mi dissero che non avevo la faccia giusta per le opere d'epoca! Oggi ci sono così tante produzioni in costume: mi annoiano a morte. Magari sono bellissime da vedere, sontuose nei costumi e nelle ricreazioni storiche…ma i personaggi sono piatti, senza passione. La nostra Caterina invece interroga il presente. È una donna riflessiva, che non agisce di impulso. E per questo che ogni tanto guarda in camera e ingaggia un dialogo con il futuro. Chiede agli spettatori: 'Tu cosa avresti fatto?' È un impulso che mi è venuto naturale, frutto dell'immedesimazione nel personaggio", spiega l'attrice che ammette di avere un'adorazione per Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese, magistrale esempio della rottura della quarta parete.
    (ANSA).
   

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