Dicono che è il lavoro di tutta una vita. Che i calli che gli archi hanno provocato sulle mani hanno anche 32 anni. Dicono che si può essere licenziati se si è lavorato male, non se si ricevono ottime recensioni in tutto il mondo. Dicono che hanno pianto quando ieri sera, in una sala gremita, il direttore d'orchestra a loro insaputa, all'inizio del secondo atto di 'Cenerentola' li ha ringraziati "per la grande professionalità dimostrata in un momento così difficile e per il grande amore verso la musica e il pubblico". Quello che doveva essere un sit-in sindacale di solidarietà da parte dei tecnici del Teatro dell'Opera ai loro colleghi musicisti e coristi, si è trasformato in un ritrovo in piazza che ha visto tutti insieme, "al di là delle sigle sindacali", hanno voluto ribadire gli stessi lavoratori. Uniti, per cercare una soluzione che non sia il licenziamento.
"Dopo aver dimostrato al mondo la nostra professionalità, oggi dimostriamo la nostra coesione umana". Al microfono davanti al Teatro dell'Opera si susseguono diversi interventi. Qualcuno sussurra la propria disperazione, altri la gridano: "La sera che abbiamo ricevuto la notizia del licenziamento abbiamo suonato! I colleghi piangevano e suonavano insieme", ha urlato il quarto corno dell'orchestra Giuliano Spaccini che dopo queste parole si è allontanato perché colto da un malore. Dopo di lui arriva un corista: "Occupiamo la sovrintendenza!". In piazza c'è anche il violoncello: "110 euro lordi al mese sono l'indennità per lo strumento. Le corde, che cambio all'incirca ogni due mesi, costano 380 euro. La revisione? 400 euro. E queste sarebbero le nostre 'milionarie' indennità? Molti di noi fanno il mutuo per comprarsi uno strumento. Il mio costa 32mila euro".
"Abbiamo ricevuto messaggi dalle eccellenze musicali di tutto il mondo e da sovrintendenti che prendono le distanze da questi licenziamenti - racconta Annalisa Giordano della Uil, da vent'anni violino al Teatro dell'Opera -. La Staatsoper di Vienna, il maggior istituto al mondo in campo lirico, ha preso le distanze da questa operazione ribadendo che per far bene questo lavoro sono necessari cori e orchestra stabili. Sappiamo che ci sono cose da sistemare, ma non è attraverso l'annientamento che risolveranno i problemi". Ma negli occhi di tutti c'è ancora la commozione per le parole del direttore d'orchestra Nir Kabaretti e i sette minuti di applausi: "Ci siamo commossi - raccontano gli orchestrali, non riuscivamo a riprenderci e a suonare, molti di noi tiravano su con il naso. E' stato un momento bellissimo". Poi, con le luci abbassate, il direttore si è girato verso il palcoscenico e lo spettacolo è ricominciato.
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