"Chi sono oggi? Per questo l'ho intitolato 'Mi chiamo Lina Sastri', per presentarmi. Credo di essere un'artista, una di quelle persone che hanno il dono di trasmettere emozioni attraverso il proprio lavoro". Forte, carismatica, "fuori dagli schemi", 'Lupa' in scena, "naturalmente votata all'assoluto" nella ricerca personale, così Lina Sastri si racconta per la prima volta in una biografia nata da una lunga intervista con Ignazio Senatore e uno scritto del critico Giulio Baffi, in uscita per Guida Editori.
"Una biografia anzitempo - scherza lei con l'ANSA - Ma anche un modo per farsi un'idea di chi sono. Oggi con internet si sa davvero tutto di tutti. Ma fino a qualche tempo fa se non avevi un ufficio stampa a farti promozione era diverso". In verità di sé qualche pennellata la Sastri l'ha già data in teatro tra lo spettacolo che porta lo stesso titolo del libro e la 'Casa di Ninetta', omaggio a sua madre "che spero di portare presto al cinema anche come regista". E sempre in libreria, ecco anche 'Appunti di viaggio', doppio cofanetto Cd e Dvd tratto dallo spettacolo musicale con cui sta girando l'Italia. "Ma certe cose - prosegue - se non le racconti, non si sanno. Come quando ho cantato con Ray Charles o Dee Dee Bridgewater. O che Napolitano mi ha nominato Commendatore della Repubblica".
Questa volta allora, incalzata dalle domande di Senatore, si parte dagli esordi nel teatrino delle suore "quando, timidissima, ancora pensavo di prendere il velo" e dalla scoperta del teatro "simbolo di libertà", a 17 anni, all'Orione di Napoli, grazie a una fortunata sostituzione. "Vidi il palcoscenico e capii che quella sarebbe stata la mia vita". E poi gli incontri con i grandi, da Eduardo De Filippo, "la cui lezione, infinita, capisco oggi, non allora", a Peppino Patroni Griffi, "grandissimo commediografo e regista di una fantastica decadenza" che la trasformò in un'intensissima Figliastra dei 'Sei personaggi' di Pirandello. E poi Armando Pugliese in un celeberrimo Masaniello, Capitan Fracassa, il teatro di ricerca, la canzone napoletana, ma anche il cinema con Nanny Loy e Bernardo Bertolucci, tre David di Donatello e un Nastro d'Argento. E poi, più recentemente, Woody Allen e John Turturro. Ma anche le donne, come "Mariangela Melato e Stefania Sandrelli - racconta - Fra noi attrici c'è rivalità, è normale. Ma con loro nacque subito un affetto grande, quasi senza ragione". La vita d'attrice? "Condannata a un destino di solitudine , se non sei un po' zocc... - sorride - Lo dico con grande invidia per chi sa usare l'arte femminile in un certo modo. Penso di essere un personaggio un po' atipico, qualche volta guardato con sospetto, ma oggi, quando mi ritrovo in scena sola con le mie canzoni o con un testo, posso dire che la mia vera ricchezza è il pubblico".
Errori? "Se ne fanno tanti - prosegue la Sastri, che il 7 e l'8 aprile sarà a Napoli con Miserere - Sbagliai, ad esempio, a non cogliere il momento d'oro dopo Mi manda Picone. Mi offrivano di tutto e dissi 'no' a tutti. Ma avevo un amore che mi occupava il cuore, la vita e la testa. Doveva andare così". Per il futuro, "mi piacerebbe girare il mondo rappresentando l'Italia con la musica napoletana. Sogno di fondare una compagnia tutta mia, anche se è un grandissimo rischio. Si parla di un film. Ma soprattutto - conclude - voglio passare tutto il tempo che ho davanti in palcoscenico".
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